Momento migliore: Mahmood e Blanco. È difficile che Mahmood sbagli una canzone scritta per gli altri, figuriamoci per se stesso. Brano delizioso e insospettabilmente sanremese, nella trasposizione che catapulta quel contesto, quel palco, dagli anni Cinquanta a oggi, grazie a una canzone mai banale ma che sa arrivare leggera e con sonorità contemporanee. Basta poco per far entrare chi ascolta in sintonia con il dettato poetico di chi canta. “La tua paura cos’è? Un mare dove non tocchi mai”. Ci descrive tutti con semplicità, tanto che sembra facile.

Peggior momento: Ana Mena. Si sentiva il bisogno di Ana Mena a Sanremo? Come quei brani riempitivi di un disco con centosette inediti. Che fai? Non ce la metti la brutta copia di Elettra Lamborghini (detta così sembra quasi un complimento, lo so) con la cassa dritta? Ti fa venire voglia di abbracciare i Jalisse.

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