“Secondo me quello che ha fatto Matteo Salvini è folle, folle per lui. È stata una mossa che non ho capito, eravamo d’accordo che la rielezione di Mattarella fosse l’ultima cosa da fare”. Dopo la fragorosa rottura di sabato – quando si disse “incredula” della scelta leghista di convergere sul capo dello Stato uscente – Giorgia Meloni torna a sparare ad alzo zero sull’alleato. E arriva a mettere in dubbio che di alleanza si possa, nei fatti, ancora parlare. “Vedremo, io oggi ho una difficoltà oggettiva“, risponde a Quarta Repubblica, su Rete 4, alla domanda se Fratelli d’Italia si presenterà insieme al resto del centrodestra alle prossime politiche. “Chiedo chiarezza: se si sta con il centrodestra, bisogna fare il centrodestra e non ogni volta scegliere il centrosinistra o alleanze di governo”, attacca. “Io non mi adeguo e non mi piego”. Così però il partito rischia di finire all’angolo, obietta Nicola Porro. “Vedremo”, ripete lei, “lo decideranno gli italiani e io con gli italiani mi voglio alleare”.

Meloni ricostruisce le ore critiche in cui la (fu) coalizione si è sfarinata sul Mattarella bis, con la Lega e Forza Italia a fare asse con il resto della maggioranza di governo e Fratelli d’Italia che invece ha insistito sul proprio candidato di bandiera, il magistrato Carlo Nordio (attirando una trentina di voti in più di quelli dei propri grandi elettori). “Questa volta mi sono molto arrabbiata, perché c’ero già passata”, dice. “Ricordo che (l’anno scorso, ndr) abbiamo fatto un vertice di centrodestra nel quale si parlava dell’ipotesi di votare il governo Draghi, e mi rispondono “no”, poi lo scopro da un’agenzia di stampa: lo stesso su Mattarella, lo scopro da un’altra agenzia di stampa“. E rivela: “Nell’ultima riunione del centrodestra tutti eravamo d’accordo sul no alla rielezione di Mattarella, tutti: Lega, Forza Italia, Cambiamo, centristi, Fratelli d’Italia. La prossima volta chiederò il Var in queste riunioni. Tant’è che, scherzando, dissi: “non è che possiamo scrivere “no Mattarella””, bisogna passare a una proposta. Adesso, invece, tutti entusiasti per la rielezione. La ragione per cui non intendiamo fare buon viso a cattivo gioco – spiega – è che ci sono responsabilità molto chiare in quello che è accaduto: nella sinistra sicuramente, ma anche nelle scelte che hanno fatto alcuni del centrodestra”. Che aveva la maggioranza relativa e quindi era nella condizione di dare le carte, ricorda. “Ma qual è la condizione per dare le carte? Dimostrare che sei compatto e determinato, ed è questo che non c’è stato”.

Come a voler aggravare la frattura, nel frattempo, Salvini ha incontrato Silvio Berlusconi ad Arcore. Il colloquio con il presidente di Forza Italia (appena dimesso dal San Raffaele) è durato un paio d’ore: “Una visita affettuosa”, dicono fonti congiunte, nel giorno in cui Salvini ha scritto una lettera aperta al Giornale per rilanciare una federazione tra i due partiti sul modello dei repubblicani Usa. “Un’idea che Berlusconi aveva lanciato tempo fa”, rimarcano le stesse fonti, sottolineando che i due leader “hanno riaffermato la propria vicinanza umana e politica“. “È inutile nasconderci dietro un dito. Le votazioni per il presidente della Repubblica hanno mostrato la potenziale forza, ma anche i limiti, della coalizione di centrodestra come è attualmente”, ha scritto il Capitano sul quotidiano di casa Berlusconi. Per concludere: “È giunto il momento di federarci“. Solo un contenitore delle forze di centrodestra, “a cominciare da quelle che appoggiano il governo Draghi“, può agire in modo incisivo”, ha sostenuto.

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