Ita Airways ha ricevuto una manifestazione di interesse da parte del gruppo Msc (Mediterranean Shipping Company, controllata dalla famiglia Aponte) e di Lufthansa per acquisire la maggioranza del capitale. Msc ha concordato con Lufthansa la sua partecipazione alla partnership a termini da definire durante la due diligence. Lo fa sapere Ita, precisando che il cda esaminerà in una prossima riunione i dettagli della manifestazione di interesse stessa. Sia il gruppo Msc che Lufthansa hanno espresso il desiderio che il governo italiano mantenga una quota di minoranza all’interno della società. Inoltre, i due offerenti hanno richiesto 90 giorni di esclusiva per lavorare su questa manifestazione di Interesse, fa sapere Ita.
La compagnia aerea italiana si dice “soddisfatta che il lavoro svolto in questi mesi per offrire le prospettive migliori alla società stia cominciando ad avere i risultati attesi, ovvero una compagnia riconosciuta valida per partner di calibro internazionale sia sul trasporto passeggeri che sul cargo”.

Intanto però sono ben 1.300 gli ex dipendenti Alitalia che hanno fatto ricorso ai tribunali dopo la loro esclusione dagli organici della nuova compagnia. Con modalità varie: partecipazioni a class action promosse da organizzazioni sindacali, ricorsi individuali, ricorsi d’urgenza. Le prime pronunce potrebbero arrivare nei prossimi mesi. Tutti fanno leva sull’articolo 2112 del codice civile che tutela i lavoratori in caso ci sia una continuità aziendale tra vecchia e nuova società. Per dar vita ad Alitalia il governo ha introdotto un’apposita deroga a questa norma, cosa già tentata, con esiti infelici da precedenti governo. Sta di fatto che oggi formalmente Ita Airways è una start up sorta dal nulla, senza nessuna relazione con la vecchia Alitalia, sebbene utilizzi gli stessi aerei e la stessa livrea e la totalità dei dipendenti provenga dalla vecchia compagnia.

Nella sua audizione davanti alla Commissione Trasporti della Camera, il presidente di Ita Alfredo Altavilla è stato chiaro: “Se queste azioni legali avranno successo l’azienda porta i libri in tribunale nel giro di pochi mesi”. Un bel macigno sulla strada della vendita a un socio estero per la compagnia che ha perso 170 milioni di euro nei primi 2 mesi e mezzo di vita. Questi contenziosi entreranno anche nella cosiddetta “data room”, ossia il “cassettino” dei dati riservati dove andranno a guardare Lufthansa e Msc. Il prossimo 31 gennaio, giorno del consiglio di amministrazione, si capirà forse un po’ meglio come verranno gestite queste pratiche. Il piano Ita prevede che entro il 2025 la flotta praticamente raddoppi e raggiunga i 100 aerei. Significherebbe almeno altre 3mila assunzioni nei prossimi 3 anni. Guardato da Fiumicino il 2025 sembra però più distante della luna.

Nella stessa audizione Altavilla aveva anche smentito che stessero prendendo forma delle offerte definendo prematuro qualsiasi ipotesi di questo tipo. Il presidente aveva spiegato che qualche novità in tal senso si sarebbe potuta delineare dopo il cda del 31 gennaio, indicando come prima metà del 2022 la tempistica per l’eventuale operazione. La settimana prima, sempre parlando in commissione Trasporti, il manager aveva in qualche modo lasciato intendere come la compagnia fosse stata concepita per essere venduta il prima possibile (costi bassi del personale, flotta ridotta).

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