I militari hanno preso il potere in Burkina Faso. L’annuncio è arrivato in televisione, da parte di soldati in uniforme, al termine di una giornata di caos cominciato con l’arresto del presidente Roch Marc Christian Kaboré, ora detenuto in un campo militare. Secondo quanto riportano media locali, al presidente è stato chiesto di firmare le dimissioni entro 72 ore. Con lui sono sotto la custodia dei golpisti anche il presidente del Parlamento, Alassane Bala Sakandé e alcuni ministri. I golpisti hanno annunciato il tv la sospensione della costituzione, lo scioglimento del parlamento e del governo, la chiusura delle frontiere e il coprifuoco. Il movimento che ha preso il potere è guidato dal colonnello Paul Henri Sandaogo Damiba.

Il colpo di stato era iniziato domenica 23 gennaio, quando spari hanno iniziato a risuonare per ore da diversi campi militari. I soldati ribelli hanno preso il controllo della caserma militare Lamizana Sangoule nella Capitale del Paese africano, chiedendo riforme dell’esercito e cure migliori per i soldati e le famiglie dei feriti. Al telefono con l’Associated Press, un portavoce ha spiegato che i militari chiedono condizioni di lavoro migliori per l’esercito del Burkina Faso, che si trova a far fronte a una escalation di violenze dei militanti islamici. Tra le richieste ci sono anche un aumento della forza lavoro nella battaglia contro gli estremisti e una migliore assistenza ai feriti e alle famiglie dei morti. I soldati ribelli vogliono anche sostituire la gerarchia militare e dell’intelligence.

I manifestanti si sono schierati a favore degli ammutinati e hanno saccheggiato il quartier generale del partito politico di Kaboré. Il governo ha dichiarato il coprifuoco mentre le forze della sicurezza fedeli al presidente hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la protesta. Il ministro della Difesa, Aime Barthelemy Simpore, ha spiegato che le proteste si sono svolte anche in altre città del Burkina Faso. “Stiamo monitorando la situazione”, ha dichiarando evitando di confermare l’arresto di Kaboré. Il ministro ha riferito invece che dieci soldati e cinque civili sono stati arrestati in relazione al golpe in corso.

Il colpo di Stato è la conseguenza di un aumento della frustrazione generale nel Paese dell’Africa occidentale a causa delle frequenti uccisioni di civili e soldati da parte dei militanti terroristi, alcuni dei quali hanno legami con lo Stato Islamico e al-Qaeda. Dal 2015 un’insurrezione jihadista, scoppiata nel vicino Mali, ha travolto anche il Burkina Faso, che dispone di un esercito poco addestrato e mal equipaggiato. Migliaia di persone sono morte, mentre circa 1,5 milioni sono state sfollate. Il presidente Kaboré, al potere proprio dal 2015, è giudicato il principale responsabile per questa fallimentare guerra ai terroristi.

Il capo dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat ha “condannato con fermezza il tentativo di colpo di Stato” in Burkina Faso “contro il presidente democraticamente eletto”. In precedenza, i Paesi del Cedeao (la comunità economica dell’Africa occidentale) avevano espresso “grande preoccupazione” per la crisi in corso in Burkina, ritenendo i “militari responsabili per l’integrità del presidente Kaborè”.

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