Personalmente non sono nessuno per proporre nomi ai grandi elettori per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Mi lasciano decisamente perplesso i tanti “nessuno” come me, che in un conato di narcisismo delirante si atteggiano a “propositori”.

Mi limito dunque a fare quale domanda e abbozzare un ragionamento. La prima domanda è banale: perché deve essere il centrodestra, che ha meno grandi elettori del centrosinistra e del M5S, a proporre il nome? Perché tocca a loro? Sulla base di quale ragionamento il centrosinistra non deve avanzare una candidatura avendo i numeri dalla sua parte? Perché lo ha detto Renzi?

La seconda questione riguarda la questione di genere. Verissimo che i tempi sono maturi per avere una donna al Quirinale (ma anche a Palazzo Chigi). Ma la questione di genere non può far digerire qualunque nome al centrosinistra e al M5S. Mettere una donna al Quirinale “a prescindere” è un grimaldello per far digerire l’indigeribile e Matteo Salvini sembra averlo capito prima di tutti, proponendo la Casellati.

Sullo sfondo resta l’insipienza del centrosinistra impantanato in una palude fatta di piccole ambizioni, di presunzione e soprattutto condizionato dagli errori devastanti del passato: i 101 franchi tiratoti che affossarono Prodi pesano come non mai e oggi credo siano pochi a volersi esporre in una candidatura che, nella migliore delle ipotesi, sarebbe l’ennesimo festival delle coltellate alla schiena.

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Volere ‘una donna al Quirinale’ non significa niente. La verità è che non sapremmo fare nomi

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