A migliaia riuniti in piazza San Giovanni in Laterano a Roma e a Milano, numeri inferiori si registrano a Napoli. Tornano in piazza i no vax, ancora di sabato, come durante la stagione di proteste che li ha visti scendere in strada contro le disposizioni del governo per tutta l’estate.

La piazza più partecipata è quella della Capitale, dove gli organizzatori chiedono ai numerosi partecipanti di rispettare le disposizioni dell’esecutivo sulla protezione individuale, al fine di evitare sgomberi da parte delle forze dell’ordine: “È un sit in. Sedetevi e state distanziati per rispettare tutte le regole di questi signori – hanno chiesto – e utilizzarle a nostro favore per dimostrare che un popolo unito può vincere“. Come al solito, gli organizzatori ricordano di essere tornati a manifestare “per la libertà e la verità” contro la dittatura sanitaria, tra uomini donne e anche bambini, la maggior parte dei quali senza mascherina. Tra i volontari della sicurezza, con le pettorine con scritto “verità è libertà”, anche i portuali di Genova. “Nessun virus è più pericoloso della paura” si legge in un cartello, “meglio morire liberi che vivere senza libertà” è scritto in un altro, mentre qualcuno sostiene che in piazza sia scesa la maggioranza del popolo. Lo stesso popolo, sostiene qualcun altro, “piegato” da quel “mezzo di coercizione” che è la pandemia.

Dal palco ha preso la parola anche la senatrice del Movimento 5 Stelle, Bianca Laura Granato: “Sono qui per rappresentare cosa succede in quei palazzi – ha affermato in riferimento al Parlamento – Dove la gente come noi viene considerata peggio degli animali. A noi hanno tolto tutto. Lo hanno fatto in modo talmente menefreghista, nessun dibattito si è mai sollevato, né in aula né in Commissione, sui diritti costituzionali calpestati. Per loro noi siamo il nulla”. E ha poi continuato la sua invettiva affermando che “questi criminali hanno anteposto ai nostri diritti una procedura amministrativa con somministrazioni di dosi di un farmaco sperimentale. Il Parlamento e il governo oggi sono una società a responsabilità limitata. Se non facciamo una resistenza dura e inamovibile dovremmo andarcene da questo Paese. Questi signori non solo se ne dovranno andare ma dovranno pagare per le umiliazioni che ci hanno fatto vivere”.

A sostenere la piazza anche l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, monsignor Carlo Maria Viganò, in un video trasmesso nel corso del sit in: “Quello che avviene è di matrice anticristiana, esasperato dalle assurde restrizioni. La vostra protesta è coraggiosa e parte da principi fondamentali come il diritto delle libertà naturali. Vi esorto a non cedere alle provocazioni”. E aggiunge che coloro che “discriminano e impediscono di lavorare e di andare a scuola sono gli stessi” che per anni hanno “detto di andare contro Gesù Cristo, dicendovi di uccidere i bambini dentro il vostro grembo“.

Obiettivo principale degli attacchi no vax è il presidente del Consiglio, Mario Draghi, definito il “nemico pubblico numero uno”. “Siamo l’unico paese nel mondo” con queste regole, dicono. “Stanno sperimentando il regime anticostituzionale. Draghi è il nemico pubblico numero uno e dobbiamo far saltare questo governo. Stanno preparando la guerra. Unione europea di servi”. Tra coloro che sono intervenuti ci sono anche il giudice sospeso Angelo Giorgianni che ha ricordato Domenico Biscardi, un leader no vax morto da poco, e il presidente delle Partite Iva italiane Angelo Di Stefano. “Siamo per la libertà – dice quest’ultimo – Noi saremo i difensori della Costituzione, questo è un preavviso. Siamo determinati ad organizzarci su tutto il territorio e in tutta Europa”. Presente, come già successo in passato, anche Enrico Montesano: “Sono qui per mostrarvi il mio affetto e la mia solidarietà – ha detto – Ognuno di noi deve aumentare la sua consapevolezza. Siamo qui per manifestare pacificamente. Vogliamo dare un messaggio di pace e di speranza ma allo stesso tempo di disobbedienza civile”.

Manifestazione anche nel capoluogo lombardo, dove le persone si sono radunate in piazza XXV aprile, in zona Garibaldi. Ad organizzarla è stato Italexit, il partito fondato da Gianluigi Paragone. Tra i vari interventi anche quello del premio Nobel per la Medicina, da anni in rotta con la comunità scientifica, il virologo francese Luc Montagnier, diventato un punto di riferimento per tutta la galassia no vax. “La salvezza dell’umanità e la fine di questa emergenza sarà nelle mani dei non vaccinati. Saranno i non vaccinati a salvare l’umanità”, ha dichiarato in collegamento con la piazza. “Sui vaccini c’è stato un enorme errore di strategia. Contrariamente a quanto è stato detto inizialmente, questi vaccini non proteggono assolutamente e sta venendo fuori piano piano. Lo stanno scoprendo gli scienziati e gli stessi malati che il vaccino non funziona e invece di proteggere può favorire altre infezioni. All’interno di questi vaccini è contenuta una proteina tossica“.

È atteso anche il messaggio dal palco dello stesso Paragone, un collegamento con l’ex pilota di MotoGP Marco Melandri, che in un’intervista ha dichiarato di aver contratto volontariamente il Covid per non doversi vaccinare, e con Robert Kennedy Junior, altra icona del popolo ‘no vax’. In piazza sono attesi anche alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’esercito italiano sospesi dal servizio.

Infine, sono poche decine i no vax che si sono riuniti in piazza Dante a Napoli. Sono circa 30-40, quasi tutti senza mascherina. L’appuntamento era per le ore 15, con l’invito veicolato come sempre tramite i social, ma non sembra aver avuto grande seguito. Era attesa anche la presenza del cantante Povia, che invece non è in piazza. Come da prassi, in campo sono state schierate parecchie unità delle forze dell’ordine, molte delle quali in borghese. Al termine della manifestazione, la questura ha disposto un foglio di via obbligatorio dalla città e venti sanzioni amministrative per il mancato uso della mascherina. L’allontanamento ha colpito l’imprenditore Nicola Franzoni che è stato denunciato per vilipendio dopo le dichiarazioni rilasciate dopo la morte del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.

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