Otto militanti di Forza Nuova sono stati perquisiti, personalmente o in casa, dagli agenti della Questura di Roma e dai carabinieri dopo la segnalazione della bandiera nazista esposta al termine del funerale di Alessia Augello, militante dell’organizzazione neofascista, nella chiesa di Santa Lucia a Roma. Gli otto sono indagati per i reati di “riorganizzazione del disciolto partito fascista” e per “organizzazione avente tra i vari scopi l’incitamento alla discriminazione all’odio o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”, puniti secondo quanto stabilito rispettivamente dalla Legge Scelba e dalla Legge Mancino.

Le perquisizioni sono state disposte in seguito agli accertamenti condotti dalla Digos della Questura di Roma e dai carabinieri del Nucleo informativo del reparto operativo del Comando provinciale, coordinati dalla locale Procura della Repubblica. Le otto persone perquisite, militanti del movimento di estrema destra, erano già state denunciate nei giorni scorsi da due uffici investigativi della capitale per aver concorso nella esposizione del vessillo di matrice nazista al funerale in circonvallazione Clodia, nel quartiere Prati.

In quell’occasione, una folla di persone a braccio teso avevano gridato “Presente!” quando uno di loro aveva chiamato il nome della defunta. Il video diffuso in rete che aveva immortalato il funerale di Augello, detta “Tugsy”, 44enne militante di Forza Nuova, ha fatto il giro del mondo. Il giorno successivo, a condannare l’episodio era arrivata anche una nota della diocesi di Roma guidata da papa Francesco: il vicariato “deplora con fermezza quanto accaduto ieri, davanti alla parrocchia di Santa Lucia, alla totale insaputa del parroco don Alessandro Zenobbi e di tutto il clero parrocchiale, al termine della celebrazione di un funerale”, era scritto nella nota.

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