La Francia mette al bando la plastica monouso per frutta e verdura. Per ora la misura riguarderà circa 30 prodotti e le aziende avranno tempo fino al 2026 per adeguarsi. Il provvedimento era stato annunciato già lo scorso ottobre ma ora diventa a tutti gli effetti operativo. Saranno esenti le confezioni più grandi, nonché la frutta tritata o lavorata. Il presidente francese Emmanuel Macron parla di “una vera rivoluzione” e, secondo gli esperti, grazie al divieto si eviterà di produrre circa un miliardo di imballaggi monouso l’anno. Nel 2021 la Francia aveva già abolito cannucce, bicchieri e posate di plastica, nonché scatole da asporto in polistirolo. Parigi intende eliminare del tutto la plastica entro il 2040. Il ministero dell’Ambiente francese ha recentemente rimarcato come nel paese si utilizzi una “quantità spropositata” di plastica monouso e che il nuovo divieto “mira a ridurre l’uso di quella usa e getta e ad aumentarne la sostituzione con altri materiali o riutilizzabili e riciclabili”.

Il divieto ha suscitato la protesta di diverse aziende del settore ortofrutticolo . “Non siamo mai stati consultati”, si è lamentato Laurent Grandin, capo dell’associazione Interfel sottolineando che i costi di questa transizione per le piccole aziende sono insostenibili considerato anche che negli ultimi tempi i prezzi delle confezioni di cartone sono aumentati dal 20 al 30%. Anche le società che producono imballaggi hanno messo nel mirino la nuova legge denunciando di essere state colte di sorpresa soprattutto dal fatto che il bando colpisca anche la plastica riciclata. Elipso e Polyvia, che rappresentano circa 3.500 aziende produttrici di imballaggi, hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato francese, competente per le controversie amministrative, contro quella che definiscono una distorsione del mercato europeo poiché il divieto si applica esclusivamente alla Francia. In realtà altri Paesi europei hanno annunciato misure simili negli ultimi mesi in linea con gli impegni presi alla recente conferenza COP26 di Glasgow. La Spagna, ad esempio, ha già detto che introdurrà un divieto sugli imballaggi di plastica per frutta e verdura a partire dal 2023 per consentire alle imprese di trovare soluzioni alternative.

L’Italia ha recepito lo scorso novembre la direttiva europea del 2019 che mette al bando o posate e piatti di plastica, cannucce, cotton fioc, agitatori per bevande, aste per palloncini, contenitori per alimenti e per bevande o tazze in polistirene espanso. Il recepimento è avvenuto, in ritardo, aggiungendo alcune deroghe che riguardano prodotti in plastica riciclata o con una quota di plastica inferiore al 10% (es. rivestimento di bicchieri di carta). Nulla, per ora, per quanto riguarda gli imballaggi messi nel mirino dalla Francia. L’Italia si colloca al decimo posto della classifica mondiale di rifiuti in plastica pro-capite (23 chili) in cui svettano gli Stati Uniti (53 chili a testa). In valori assoluti il maggior produttore di rifiuti in plastica al mondo è la Cina (25 milioni di tonnellate) seguita dagli Usa (18 milioni) e dall’India (oltre 5 milioni di tonnellate)

Il veto di Parigi sulla plastica scatta nel giorno in cui la il paese assume la presidenza di turno dell’Unione europea per i prossimi sei mesi. Raccogliendo il testimone dalla Slovenia Macron ha parlato di un’Europa “potente” e “sovrana”. La mossa odierna va quindi letta anche come un segnale di impegno ambientale che caratterizzerà il semestre della nuova presidenza. Oggi è anche il giorno in cui la Germania ha assunto la guida del G7 prendendo il posto della Gran Bretagna. Il cancelliere Olaf Scholz e il ministro degli Esteri Annalena Baerbock, hanno annunciato che la lotta al riscaldamento globale e la gestione della pandemia saranno le priorità della presidenza tedesca. La Germania vuole rendere il G7 un format “pioniere di un’economia climaticamente neutra e di un mondo equo”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il ministro delle finanze Christian Lindner ha sottolineato che “i Paesi del G7 sono per la libertà, la democrazia e il progresso, e con questo in mente, dobbiamo superare la pandemia e guidare la ripresa economica globale”. Con un impegno rafforzato contro il cambiamento climatico, ha scritto sul suo profilo Twitter il leader dei liberali tedeschi.

Almeno apparentemente accomunate dall’impegno per l’ambiente, Parigi e Berlino sono però agli antipodi sulla questione dell’energia nucleare. Il nuovo governo tedesco sta accelerando il processo di uscita dall’atomo e oggi sono state chiuse tre delle sei centrali nucleari che operano nel paese. Per contro la Francia continua a puntare forte sull’atomo (da cui ottiene il 70% dell’energia che consuma) ed è riuscita a far inserire il nucleari nella lista delle fonti che la Commissione Ue ritiene meritevoli di ricevere sussidi nel cammino di riduzione delle emissioni di Co2.

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