Ha confermato di aver intascato una busta con 10mila euro da un imprenditore, negando pregressi accordi corruttivi. L’ex dirigente della Protezione civile regionale pugliese Mario Lerario, in carcere dal 23 dicembre dopo essere stato arrestato in flagranza di reato, ha ammesso durante l’udienza di convalida dell’arresto. In collegamento video dal carcere di Bari, ha deciso di rispondere alle domande della gip Anna Perrelli confessando di aver accettato i soldi dall’imprenditore, che ha in corso appalti per 2 milioni di euro con la Protezione Civile.

Quando i finanzieri lo hanno fermato, dopo averlo intercettato perché nella sua auto aveva da mesi microspie, aveva ancora con sé la busta chiusa. A quanto si apprende, l’imprenditore che ha consegnato la presunta tangente a Lerario, già interrogato in qualità di indagato, avrebbe anche lui ammesso. L’imprenditore è titolare di una società che nello scorso mese di luglio ha vinto un appalto con la Protezione civile pugliese relativo al campo di Borgo Mezzanone, a Foggia, dove risiedono i braccianti che lavorano nelle campagne del Tavoliere.

Le indagini coordinate dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccoli riguardano almeno altri cinque episodi corruttivi con altrettanti imprenditori, alcuni legati alla struttura per le maxi emergenze Covid nella Fiera del Levante. I magistrati hanno chiesto che venga confermata la custodia cautelare in carcere. La difesa, invece, ha chiesto la scarcerazione. La decisione della giudice per le indagini preliminari è attesa nelle prossime ore.

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