Arriva il via libera del consiglio di amministrazione della Rai ai direttori di genere, che guideranno il passaggio della televisione pubblica al nuovo modello organizzativo: dal “verticale”, in in cui ciascuna rete si occupa dei propri palinsesti, a quello “orizzontale” con le Direzioni di genere, secondo una suddivisione di competenze per argomento. Il cda riunito oggi a Milano ha espresso parere positivo alle nomine dei nuovi direttori di genere proposte dall’amministratore delegato Carlo Fuortes. Il via libera – apprende l’Ansa – è arrivato in maniera unanime, con un solo voto contrario del consigliere che rappresenta i dipendenti Riccardo Laganà sul nome di Stefano Coletta alla direzione Prime Time e un’astensione di Alessandro Di Majo (in quota M5s) per Fabrizio Zappi che dirigerà il settore documentari al posto dello storico inviato della Rai Duilio Giammaria.

Nel nuovo modello organizzativo le direzioni di genere prendono appunto il posto delle direzioni di rete e di altre direzioni aziendali. Le direzioni di genere sono tenute d’ora in avanti a elaborare e curare la programmazione che troverà realizzazione a partire dal palinsesto estivo. Le scelte sono state tutte relative a persone già in servizio all’interno dell’azienda: a guidare la Direzione Prime Time, che si occupa dei programmi di intrattenimento serale, è stato scelto appunto l’attuale direttore di Rai1. Alla Direzione Day Time, che si occupa dei programmi di intrattenimento nell’arco della giornata, va Antonio Di Bella, attualmente corrispondente Rai da New York. Per Di Bella una nuova promozione sul campo (d’altra parte è stato già direttore del Tg3 per 8 anni e di RaiNews24 per 4), anche se è ormai prossimo alla pensione: lascerà nel 2023.

Resta a mani vuote Giuseppe Carboni, direttore del Tg1 dal 2018 al 2021. Una circostanza anomala anche a vedere gli ottimi risultati di ascolto degli anni di direzione. Al momento non è dato sapere nemmeno se Carboni, come accade spesso, avrà almeno un ufficio di corrispondenza all’estero o la direzione di qualche altra struttura editoriale di viale Mazzini, tv o radio. Se non arrivasse nemmeno questo incarico, le decisioni sull’ex direttore del Tg1 potrebbero dare l’impressione di una sorta di rivalsa nei confronti di un giornalista che, a sorpresa, dalla redazione del Tg2 arrivò alla direzione del telegiornale della rete ammiraglia su indicazione del M5s.

Per la Direzione Cultura ed Educational è stata scelta Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura. Alla Direzione Documentari si insedia Zappi, attualmente vicedirettore di Rai Fiction. La Direzione Fiction va invece alla direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati. A prendere il ruolo di Direttore di Kids il direttore di Rai Ragazzi, Luca Milano. Responsabile della Direzione Contenuti Digitali è Elena Capparelli, attualmente direttrice di Raiplay. Alla Direzione Cinema e Serie Tv è stato nominato Francesco di Pace, capostruttura per cinema e fiction di Rai3.

La squadra, sei uomini e quattro donne, tutti scelti internamente all’azienda, si completa con Mario Orfeo, nominato nel cda in cui sono stati decisi gli avvicendamenti alle testate, alla guida della Direzione Approfondimento, insieme ad Alessandra De Stefano che dirigerà lo Sport.

A suscitare dubbi sono ora i criteri di assegnazione dei programmi alle varie direzioni, tema su cui l’Usigrai chiede di aprire un confronto. “Nessuno ha ancora chiarito come saranno assegnati in questo nuovo assetto i programmi di informazione di servizio pubblico – si legge in una nota -. Con quali criteri saranno assegnati ai direttori del genere approfondimento o Day Time? Chi decide cosa è più o meno approfondimento?”. Nel mirino dell’Usigrai finisce anche la scelta di tagliare l’edizione notturna della Tgr.

Il via libera in cda è arrivato con quattro voti a favore, il voto contrario di Laganà e l’astensione di Di Majo e di Francesca Bria, eletta in quota Pd. In sostanza in consiglio si è formata una maggioranza formata dai membri nominati dal governo (Marinella Soldi e Fuortes) e dai consiglieri in quota centrodestra, Simona Agnes (quota Fi) e Igor De Biasio (in quota Lega). “Decisivo quindi il sì di Fuortes per avere la maggioranza. È questo il risultato di una azione unilaterale dell’amministratore delegato, senza alcun confronto sindacale e senza alcun progetto complessivo”, attacca il sindacato dei giornalisti, che aveva già proclamato uno sciopero per il 29 dicembre, e ora chiede un ripensamento.

L’ad, da parte sua, ha precisato in una lettera alla Commissione di Vigilanza che lo stop è dovuto “all’alto costo sostenuto per la realizzazione delle edizioni in questione senza che ne derivino benefici e risultati in termini di ascolto” e ha avanzato due proposte, da discutere con i sindacati: un possibile ampliamento di un minuto della durata dell’edizione del telegiornale regionale delle 14 e il ripristino della durata di 30 minuti (attualmente sono 20) di Buongiorno Regione, in onda la mattina su Rai3.

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