“Quando parliamo di lavoro povero non possiamo non pensare alla questione salariale, criticità strutturale del nostro sistema”. Così Andrea Orlando, intervenendo in audizione alla commissione Lavoro della Camera sulle nuove diseguaglianze prodotte dalla pandemia. Il ministro del Lavoro ha sottolineato che l’Italia sarà presto “impegnata nel recepire la direttiva europea sul salario minimo” ed è quindi importante che “questo tema sia al centro della nostra riflessione e del confronto con le parti sociali“. “Credo – ha aggiunto – che dall’esito di quella discussione dipenderà anche l’andamento della ripartizione delle risorse. Per dirla in una parola, sarebbe gravissimo se dei molti miliardi investiti nel Pnrr poco o nulla andasse a finire nei salari”.

Il ministro ha anche rimarcato l’importanza di “valutare i presupposti per affrontare il tema dei criteri concernenti la rappresentanza sindacale”. A questo proposito, il ministro ha infatti sottolineato che dentro “la proliferazione dei contratti collettivi si annidano numerose pratiche di dumping salariale che sono eticamente e giuridicamente inaccettabili. Pratiche che colpiscono, al tempo stesso, i diritti dei lavoratori e le imprese che agiscono nel rispetto delle regole e che vengono proprio per questo penalizzate”.

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