La riforma della sanità firmata da Letizia Moratti e Attilio Fontana scuote il Pirellone. Dopo tre settimane di interventi delle opposizioni – 90 ore in tutto in 14 sedute – e dopo che per la prima volta nella storia era stata convocata l’Aula di domenica, dalla Lega, e per le assenze dei consiglieri di centrodestra è mancato il numero legale, finalmente si è arrivati alla fase di voto. Ma stamattina il presidente Alessandro Fermi (passato al Carroccio da Forza Italia due mesi fa) ha comunicato l’inammissibilità di oltre mille emendamenti e di più di 3900 ordini del giorno sui 4810 depositati dai gruppi di minoranza.

Durante l’annuncio, dai banchi del Movimento 5 stelle si sono levate le prime proteste. Poi il capogruppo Massimo De Rosa ha preso la parola, visibilmente adirato: “Ciò che ha appena detto è inaccettabile. La minoranza, in queste due settimane di lavoro, ha cercato di migliorare la riforma. Ma la maggioranza oggi decide di tagliare, di oltre due terzi, ordini del giorno ed emendamenti; e di non ascoltare nulla di quello che abbiamo proposto. Ma stiamo scherzando?”, ha detto rivolto alla presidenza, “questa è una tagliola, che avete istituito ufficialmente in quest’Aula, e che crea un precedente gravissimo”.

Successivamente i consiglieri M5s hanno srotolato alcuni striscioni in mezzo alla sala; poi hanno occupato i banchi della presidenza e della Giunta esponendo cartelli. Fermi, a quel punto, ha proceduto a comunicare, una a una, le espulsioni: nove in totale, a eccezione di Dario Violi, in quanto segretario dell’Ufficio di presidenza, e Marco De Angeli, assente per malattia. Allo stesso tempo, il presidente leghista ha chiesto l’intervento degli agenti della Digos affinché ristabilissero l’ordine nell’Aula e portassero fuori i 5 stelle. “Per chiuderci la bocca hanno dovuto cacciarci. Abbiamo lottato per due settimane contro questa non-riforma – ha detto De Rosa – per scoprire oggi che non solo il centrodestra, che ieri ha disertato i lavori d’Aula, non ha ascoltato una parola, ma ha cestinato le nostre proposte tagliando 3500 dei nostri ordini del giorno. Mai la presidenza aveva fatto ricorso a un simile taglio degli atti presentati da un gruppo politico. Un pericoloso precedente per il dibattito democratico in Regione Lombardia. Per questo motivo abbiamo deciso di protestare occupando i banchi, vuoti della Giunta e quelli della presidenza, mostrando con i cartelli le proposte che non hanno voluto ascoltare: meno liste d’attesa, stop nomine politiche, pubblico e privato uguali diritti e uguali doveri”.

I lavori sono stati sospesi per circa mezz’ora e sono ripresi coi banchi dei 5 stelle vuoti. In Aula è arrivata anche la vicepresidente e assessora al Welfare, Letizia Moratti. Domani si procederà con la votazione dei 929 ordini del giorno rimasti. Mercoledì mattina sono previste le dichiarazioni di voto e l’approvazione definitiva della riforma fortemente voluta proprio da Moratti. Nel pomeriggio è stata valutata la posizione degli espulsi, che potranno tornare in Aula a partire da martedì.

Twitter: @albmarzocchi

Articolo Successivo

Da Berlusconi a Letta, aumenta il pressing dei partiti per lasciare Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023 ed evitare il voto anticipato

next