È iniziato con la conferenza stampa prima delle prove libere l’ultimo week end nella MotoGp di Valentino Rossi. Alle 10:40 è sceso in pista, senza prendere rischi sull’asfalto bagnato dalla pioggia e chiudendo con un’ultima posizione. Ma a Valencia sono tutti lì per lui, per vedere e sentire l’ultima volta del pilota campione MotoGp. Il mondiale 2021 tanto si è chiuso già due gare fa nella sua Misano, dove la caduta di Bagnaia ha incoronato il francese Fabio Quartararo. “È difficile. C’è una sensazione di tristezza, Vale è una leggenda delle moto. Mi ha ispirato, per me è stato un idolo come lo è stato per molti di noi. Dobbiamo congratularci con lui per la sua incredibile carriera”, ha dichiarato il fresco campione del mondo in conferenza stampa.

Rossi si è seduto davanti ai microfoni e ha esordito: “Ho sempre pensato un po’ a questa conferenza e la sensazione che provo ora è strana“. Giovedì è stata una giornata emozionante per Rossi, iniziata con la dedica dei bookmaker Snai che hanno lanciato la puntata speciale ribattezzata “Salutiamo la Leggenda” in cui Rossi parte a quota 100,00. Poi la sorpresa della Dorna, l’agenzia che cura la parte commerciale degli eventi MotoGp, che prima ha presentato un enorme murale giallo con la scritta “Grazie Vale” e poi ha portato il pilota nel paddock, dove lo aspettano tutte le nove moto con cui ha vinto un motomondiale.

L’Aprilia 125 Nastro Azzuro con cui ha vinto il primo mondiale nel 1997, alla sua seconda esperienza dopo che l’anno prima era uscito di pista 5 volte, collezionando solo due podi, una volta primo e una terzo. Poi l’Honda arancione-giallo fosforescente con il sole tribale stampato sul serbatoio con cui vinse il secondo mondiale di fila nel 2003, prima di passare alla famosa Yamaha blu sponsorizzata Gaulosies con su scritto “Gooo!” con cui ha vinto nel 2004 e nel 2005. “Le moto le ho quasi tutte a casa mia, tranne le Honda. Una ce l’ho anche in camera da letto“, ha confessato Rossi.

“È stato un percorso molto lungo, vederle tutte insieme è stato commovente, ho pensato a tutta la strada fatta”, ha continuato Valentino, che ha toccato il suo primo manubrio a due anni e mezzo. Colpa del padre Graziano, ex pilota di moto da cui il figlio prese anche il numero 46. Adesso Valentino ha 42 anni e la sua compagna Francesca Sofia Novello sta aspettando un figlio: “Da lunedì la mia vita sarà tutta diversa, non ci ho ancora pensato ma voglio solo divertirmi anche perché dopo continuerò a correre sulle quattro ruote“, ha detto il nove volte campione.

Rossi ha annunciato che l’anno prossimo seguirà i piloti della sua Academy, dove corre anche il fratello Luca Marini. Nella sua scuderia anche la promessa del motociclismo italiano, Francesco “Pecco” Bagnaia, che ha detto: “Devo ringraziarlo per tutto il lavoro fatto con me e in generale con l’Academy. Ho avuto la fortuna di potermi allenare con lui. Oggi è una giornata dura, anche se sappiamo che doveva arrivare, nessuno si dimenticherà tutto quello che lui ha fatto”.

“Non so cosa proverò nel vedere le gare senza poter correre, lo sperimenterò e vi farò sapere”, ha aggiunto sempre Rossi sorridendo. Se la MotoGp è uno degli sport più seguiti al mondo lo si deve anche al carisma del “Dottore”, diventato simbolo del motociclismo. “Sono diventato una sorta di icona – ha detto- ed è stata la cosa migliore della mia carriera, più delle vittorie”. Rossi ha ricordato come avrebbe potuto smettere con la Ducati nel 2012, prima di ritornare nel box Yamaha: “Ma non era finita”. Rossi infatti aveva vinto il suo ultimo mondiale nel 2009, ma fino al 2018 è rimasto competitivo regalando grandi sfide ai suoi tifosi, come la crociata contro gli spagnoli Jorge Lorenzo e Marc Marquez tra il 2015 e il 2016. “Ho avuto grandi rivalità soprattutto nella prima parte della carriera, dove vincevo di più. Penso a Max Biaggi, a Casey Stoner e poi Lorenzo e Marquez – ha continuato – la rivalità in tutti gli sport ad alto livello, soprattutto nella MotoGp, è qualcosa che forse uno non apprezza ma allo stesso tempo è fantastica, ti spinge a guidare oltre i tuoi limiti”.

Sono stati soprattutto gli ultimi nomi della lista ad avergli negato il decimo titolo, l’unico rimpianto della sua carriera. “Sarebbe stato importante vincere il decimo, sarebbe stato come chiudere il cerchio, ma è andata così. Anche il nove rientra spesso nei miei numeri. C’è anche la maledizione del 9, sarebbe stata meglio non averla”, ha chiuso ironico Rossi, che ha ammesso di aver vissuto in un tunnel in questi anni e che solo ultimamente si è accorto di ciò che ha costruito per lui e per chi è cresciuto guardando le sue gare la domenica. Ma niente sentimentalismi, così Vale ha promesso che domenica sarà una gara normale, ma poi ammette: “Non lo so sinceramente cosa accadrà dopo la gara di domenica. Spero di fare una bella gara e arrivare alla fine. Non posso prevedere le mie sensazioni, nei momenti speciali tendo a sorridere, non piango molto. Spero di non piangere“.

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