La miglior Inter di Champions della stagione. Forse degli ultimi anni. Non tanto per la vittoria, un rotondo 3-1 contro lo Sheriff Tiraspol che aveva fatto una magra figura all’andata a San Siro e ne fa una ancor più mediocre in casa. Ma per come è arrivata. Nel recente passato c’erano stati bei momenti, contro Real e Barcellona, anche successi importanti contro Tottenham o Sparta Praga. Ma per la prima volta i nerazzurri si sono comportati da grande. Hanno vinto una partita che potevano solo vincere. Senza timori che li avevano schiacciati sistematicamente al momento decisivo in Europa. Senza sbavature che si erano viste troppe volte in quest’inizio stagione. Insomma, senza i soliti psicodrammi interisti.

Certo, si potrà dire che l’avversario era modesto, e lo è stato senza dubbio: dopo le ultime prestazioni viene un po’ il dubbio che il successo al Bernabeu contro il Real sia stato un caso irripetibile. Ed è anche meglio augurarselo, perché un nuovo exploit rimetterebbe in discussione la qualificazione agli ottavi che ora sembra finalmente indirizzata. Comunque non si possono avere dubbi sull’Inter, che ha fatto il suo dovere dall’inizio alla fine e ora può guardare al futuro in Champions con un pizzico di serenità e pensare al derby.

Domenica c’è il derby che è quasi uno spareggio scudetto, ma l’Inter non poteva distrarsi. Anche questa era una finale, lo era persino di più perché senza alcun appello. Zero turnover, Inzaghi aveva bisogno dei titolatissimi, al massimo poteva fare qualche scelta tattica come sugli esterni, Dimarco e Darmian invece di Perisic e Dumfries. Un solo risultato a disposizione. Come all’andata. E il copione è stato lo stesso. Sarà lo stesso anche il punteggio.

Lo Sheriff che difende, ma ancora più chiuso, e con pure il suo pubblico alle spalle. L’Inter che prende stabilmente possesso del campo e della palla, l’importante è non perderla e non far ripartire gli avversari. Non è successo praticamente mai e questa è la differenza fondamentale rispetto al match di San Siro, dove i moldavi pur perdendo nettamente erano riusciti a spaventare la squadra di Inzaghi. Stavolta no. Il primo tempo è stato un monologo totale dei nerazzurri, davvero pericolosi in ogni modo, con le trame di Lautaro e Dzeko, gli inserimenti di Vidal, i calci piazzati di Dimarco. Tante mezze occasioni in serie. Una grande occasione, quella di Dzeko, con una magia di petto in area. Anche un palo clamoroso, colpito da fuori da Lautaro. All’intervallo le statistiche dicono 14 tiri a 1 e 65% di possesso palla, ma ancora 0-0.

Alla ripresa Inzaghi butta subito dentro Dumfries al posto di Darmian, troppo difensivo per questa partita e per giunta ammonito. Ci vuole tanta fluidità di palleggio, tanta pazienza. Ma il gol l’Inter se lo è meritato. Se lo è meritato Vidal, rigenerato, tra i migliori in campo, che per un’ora sradica palloni dai piedi degli avversari e serve quello buono a Brozovic: finta e tiro all’angolino. Sospiro di sollievo. Sbloccato il punteggio, il più è fatto. Mentre lo Sheriff ragiona se cambiare tattica o continuare a difendere, l’Inter ha già raddoppiato: da calcio d’angolo, con Skriniar. Il portiere Athanasiadis para due volte, alla terza ribattuta si arrende. Il muro di Tiraspol è crollato. Il resto è gestione e l’Inter fa bene anche questa, con un occhio al derby di domenica sera. Nel finale arriva il tris di Sanchez, appena entrato, e poi il gol della bandiera nel recupero di Traore.

Il successo ha un’importanza capitale. Per la prima volta da tempo immemore il girone dell’Inter ha un aspetto quasi sereno. Con una vittoria in casa nel prossimo turno contro lo Shakhtar di De Zerbi, ormai virtualmente eliminato, potrebbe già arrivare la qualificazione. Ma meglio non esultare: per gli psicodrammi interisti c’è sempre tempo.

Twitter: @lVendemiale

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