Una coreografia macabra, che richiama direttamente i deportati nei lager nazisti, quella scelta dai No green pass di Novara per manifestare la loro contrarietà al passaporto vaccinale. Sabato 30 ottobre hanno sfilato infatti per le vie della città piemontese con delle pettorine a strisce verticali, con tanto di numero d’identificazione, sorreggendo cartelli e cantando slogan della protesta che vanno da “Stop dittatura” a “La gente come noi non molla mai”.

L’iniziativa ha suscitato lo sdegno della comunità ebraica, che ha sottolineato l’inopportunità dell’accostamento tra le vicende contro cui protestano i manifestanti e il dramma della Shoah: “Davanti a farneticazioni come quelle di Novara – dice Noemi Di Segni, presidenti dell’Unione delle comunità ebraiche italiane – non è possibile invocare la libertà d’espressione garantita dalla Costituzione. Paragoni impossibili come quello cui abbiamo assistito costituiscono un assoluto abuso e un’offesa alla Memoria, che non è solo Memoria ebraica ma patrimonio comune di una società e civiltà. Come spesso denunciato in questi mesi e anni, un presidio valoriale sempre più a rischio e il cui persistente oltraggio a rischio mette anche il nostro futuro”. Un commento lapidario è arrivato anche dall’Anpi nazionale che su twitter posta una foto, corredata da poche parole: “La vergogna dell’ignoranza””

“Quello che ho visto a Novara è fuori dalla grazia di Dio – è invece il commento del ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto a ‘Mezz’ora in più’, su RaiTre -. Nel 13% di chi non si è ancora vaccinato, c’è chi ha paura, non sono tutti no-vax. Il modo migliore per convincerli non è insultarli, ma convincerli con dati scientifici”.

Video concesso daL’azione Novara

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