Le manifestazioni no green pass delle ultime settimane a Trieste stanno presentando il conto in fatto di contagi sia nel capoluogo che a Gorizia. Con migliaia di persone ammassate, senza protezioni e con un alto tasso di non vaccinati, sono 46 i casi emersi e che l’epidemiologo Fabio Barbone, che guida la task force per l’emergenza Covid del Friuli-Venezia Giulia, sostiene siano collegati alle proteste nella regione. Tra le persone infette, otto sono portuali, di cui sette di Trieste e uno di Monfalcone (Gorizia). Meno di dieci i casi secondari. Con una persona che, al momento, è stata ricoverata. “Si tratta del focolaio più importante in regione – continua il medico – che siamo riusciti a individuare dopo un processo di contact tracing abbastanza complesso da parte del dipartimento di Prevenzione di Trieste e Gorizia. Continuiamo a farlo, sempre che le persone partecipino e condividano questa informazione”.

Secondo Barbone, però, il danno non sarebbe limitato a 46 contagi totali: “Questi dati – prosegue l’epidemiologo – per me sono solo la punta dell’iceberg. Attendiamo ancora di scoprire il numero di casi a Udine e Pordenone. Tali contagi sono frutto di contatti stretti, a meno di un metro. A contribuire canti e urla”.

E sono anche questi numeri forniti dal medico a contribuire al rapido peggioramento della situazione sanitaria nel capoluogo friulano. La Regione ha fatto sapere che sui 243 nuovi contagi registrati mercoledì, ben 155 riguardano la città. E i medici hanno individuato un focolaio scaturito proprio tra i partecipanti alle proteste, in una città che già prima delle proteste era la peggiore per incidenza.

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