“Quando si diceva ‘ne usciremo solo quando ne usciremo tutti’, gran parte del mondo ha creduto a questa promessa di uguaglianza, purtroppo questo non sta succedendo”. Rossella Miccio, presidente di Emergency, cita molti numeri per far capire come la pandemia, lontano dai nostri occhi e dall’Europa, sia una situazione lontana da una soluzione. Lo fa intervenendo al convegno, organizzato dalla Senatrice di Leu, Elena Fattori, in Senato. “In tantissimi Paesi a reddito basso e medio i livelli di vaccinazioni non raggiungono il 10% della popolazione e questo non perché ci siano dei no vax ma perché i vaccini non sono mai arrivati. Dei quasi 2 miliardi di vaccini promessi dai Paesi ricchi ne sono state consegnate solo 261 milioni, il 14%”.
Miccio sottolinea: “Pochi giorni fa il nostro ministro della Salute ha detto che sono state fatte 700mila terze dosi in Italia, mentre in tutta la Sierra Leone le persone a cui sono stati somministrati i vaccini sono meno di 400mila”. La presidente di Emegency racconta che “io ero in Uganda per aprire un nuovo ospedale, quando in Italia si è dato lo stop per gli under 65 per AstraZeneca, che è l’unico vaccino a disposizione del sistema Covax. In un Paese che ha un’età media di 25 anni si sono chiesti ‘ci state mandando un vaccino potenzialmente dannoso per la nostra popolazione?’ In quel momento la ministra della salute ugandese ha chiamato tutti gli occidentali che erano nel Paese e ci ha chiesto di dare il buon esempio, nonostante avessero pochissimo vaccini, di vaccinarci per far vedere agli ugandesi che non gli stavamo mandando gli scarti”. In Sudan ci sono stati scioperi del personale sanitario perché non avevano protezioni; in Uganda una notte è saltato l’impianto dell’unico ospedale che aveva un impianto centralizzato con una terapia intensiva e sono morte 40 persone perché non c’era più ossigeno a disposizione”. Sulla moratoria di tre anni sui brevetti chiesta al WTO un anno fa da India e Sudafrica “a oggi, nonostante siano più di 100 i Paesi che sostengono questa mozione, siamo ancora ad un nulla di fatto”.
Per Miccio “la quantità di dosi disponibili è il problema, è fondamentale riuscire a garantire un incremento della produzione perché solo nel 2021 verranno prodotte circa 1 miliardo e 300 milioni di dosi in meno di quanto promesso dalle case farmaceutiche, che decidono quanto, quanto produrre e a quale prezzo e a chi venderlo”. Miccio conclude il suo intervento affermando che ”forse se si fossero ascoltare India e Sudafrica avremmo guadagnato un anno di tempo per capire quanto si poteva aumentare la produzione di vaccini in quest’anno. È chiaro che non c’è una bacchetta magica e nessuno pensa che con la liberalizzazione dei vaccini si risolva il problema però potrebbe essere una delle soluzioni. L’altra potrebbe essere quella della condivisioni delle dosi: soltanto l’Italia ha promesso 45 milioni di dosi ma ad oggi ne sono state consegnate solo sei. Speriamo che queste promesse di donazioni vengano mantenute anche perché tante dosi rischiano di andare a scadenza senza essere utilizzate e questo sarebbe davvero un crimine con tutto quello che questa malattia sta portando, non solo in termini di mortalità, ma anche d’impatto sulle economie e sulle società”.
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