La parabola di un leader che dopo essere stato osannato come capopopolo, adesso diventa un “verme traditore”. “Basta Dittatura – Proteste” è il canale (sorto come un clone di un analogo sito chiuso un mese fa) che sta veicolando e tenendo in collegamento il movimento No Green Pass. Ed è lì che si manifesta in modo violento la reazione all’appello lanciato da Stefano Puzzer, leader del Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste, che nella serata del 21 ottobre ha invitato la gente a restare a casa, per non cadere nella trappola della violenza. In effetti, dopo l’annuncio di Puzzer piazza Unità si è svuotata quasi completamente. La città sembra tornata alla calma, anche se le forze dell’ordine presidiano le strade e intercettano chi arriva nel capoluogo, per identificare eventuali estremisti. Le manifestazioni di quello che sarebbe potuto diventare un venerdì nero sono state annullate.

I portuali hanno cercato di spiegare il cambio di strategia. Puzzer ha fatto visita a un presidio ‘No Green pass’ davanti allo stabilimento San Benedetto di Scorzè (Venezia). “Si aspettavano che a Trieste ci fosse la manifestazione e che venisse fuori un ‘bordello’ come scusa per annullare l’incontro di sabato con il Governo. Quindi abbiamo annullato tutto per non dare adito a problemi per il summit. Sabato verrà organizzato un presidio in piazza a Trieste verso le 10, poi faremo un comunicato dopo l’incontro. Ci è stato assicurato che verrà il ministro Stefano Patuanelli, ma noi abbiamo chiesto altri rappresentanti. Sabato restate nelle vostre piazze, perché ognuna diventi la piazza di Trieste”.

Secondo fonti della Questura di Trieste, qualche facinoroso sarebbe già arrivato a Trieste, anche se è tenuto sotto osservazione. La Polizia ha identificato 1.500 persone, ha emesso 12 fogli di via obbligatori, di cui 8 nei confronti di appartenenti al movimento Casa Pound provenienti da fuori Trieste, e altri due per anarchici di Trento che erano su un camper a Porto Vecchio. Due estremisti di destra erano invece arrivati in stazione. Uno di loro è stato denunciato a piede libero perché aveva con sé una maschera antigas, un coltello multiuso, un cacciavite, una bomboletta spray e un caschetto.

Dal fronte del porto arriva una dichiarazione: “I portuali triestini non mollano e se qualcuno pensa che noi abbiamo fatto un passo indietro si sbaglia: noi vogliamo che la protesta sia di tutti i cittadini e lavoratori di ogni categoria e che non sia una protesta dei portuali triestini come, pure, vogliamo che la protesta sia di tutti gli italiani e che non sia un ‘ma tanto protesta solo Trieste’”. Fratture tra il Movimento 15 ottobre di Puzzer e gli altri gruppi No Green Pass? “Non vi è alcuna divisione – è la replica dei portuali – solo una diversificazione, speriamo momentanea, dei percorsi, frutto degli eventi tumultuosi avvenuti al porto”.

Si dichiarano “apartitici”, ma questa è la definizione che si danno anche sul sito “Basta Dittatura – Proteste” che dà appuntamento alle piazze d’Italia per sabato 23 ottobre alle 16. Contrapposizione netta con Puzzer: “Eccolo il verme traditore: state a casa, non fate rumore, perché se no date fastidio al governo”. Lo accusano di aver “spostato la gente dagli ingressi del porto per stare in piazza inutilmente, adesso vuole rovinare tutto e spegnere le proteste definitivamente”. Gli slogan sono molto pesanti. “Sono rincoglioniti o hanno cambiato versione”, scrivono rivolti ai portuali. Scontro frontale, invece, con il sistema politico: “La dittatura criminale ha superato ogni limite! ️È arrivato il momento di fare fuori le merde criminali al potere! Prima che sia troppo tardi e ritrovarsi nei campi di sterminio, fate quello che va fatto”.

C’è anche il canale “No Green pass – vinciamo insieme”. Dove qualcuno si interroga: “Avete fatto di Stefano un Dio. E se fosse un falso? Io la mano sul fuoco non ce la metto”. O ancora: “Dato che noi italiano non abbiamo le palle di fare mezzo passo, aspettiamo le infiltrazioni dei black bloc dall’Est Europa a Trieste”. Intanto in porto a Trieste si registra un’escalation di certificati di malattia, il che causa una operatività ridotte. Ad esempio l’Agenzia per il lavoro portuale ha contabilizzato 45 assenze per malattia su 218 dipendenti. Trieste Marine Terminal ha registrato 200 presenze su circa 270 lavoratori previsti nei quattro turni. E così stanno per essere inviate denunce alla magistratura.

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