Duecento milioni di euro in più per il reddito di cittadinanza di qui a dicembre, nonostante l’opposizione di centrodestra e Italia viva. Nuovi stanziamenti per la quarantena, i congedi e la Cig Covid, che per le pmi sarà disponibile fino a dicembre: chi la utilizza non potrà licenziare nemmeno dopo il 31 ottobre, quando scadrebbe il residuo blocco in vigore per terziario e tessile. Una nuova proroga per il pagamento delle cartelle esattoriali. Ma soprattutto l’annunciata stretta sulla normativa per la sicurezza sul lavoro, che arriva mentre si contano altre tre morti bianche in 24 ore e scontenta Confindustria. Sono le principali misure del decreto legge sul fisco approvato dal consiglio dei ministri, iniziato con due ore di ritardo a causa di un lungo confronto con le Regioni proprio sulle norme che riguardano la sicurezza. Il decreto infatti equipara le competenze dell’Ispettorato del lavoro a quelle delle Asl, che fanno capo agli enti locali e a cui oggi spettano i controlli. Cosa che, come aveva evidenziato il direttore dell’Ispettorato Bruno Giordano, complica il coordinamento visto che non sono nemmeno in rete tra loro, oltre a non avere una banca dati comune con Inps e Inail. “Vogliamo dare un segnale inequivocabile: non si risparmia sulla vita dei lavoratori”, commenta il premier Mario Draghi. “Nei mesi scorsi abbiamo assistito a un numero inaccettabile di morti sul lavoro. Come Governo, ci siamo impegnati a fare tutto il possibile per impedire che questi episodi possano accadere di nuovo. Le norme di oggi sono la realizzazione di questa promessa”.

Il testo del decreto, una ventina di articoli, include anche 100 milioni aggiuntivi (erano 300 nella bozza) per l’ecobonus per le auto non inquinanti e una norma per rafforzare la sicurezza del G20 con 400 militari in più, per un costo di 309.159 euro. Rinviato invece a lunedì il varo del Documento programmatico di bilancio, l’ossatura della manovra da circa 23 miliardi, che avrebbe dovuto essere inviato a Bruxelles entro la mezzanotte di oggi. E’ in quella sede che si discuteranno le eventuali modifiche al reddito di cittadinanza, dopo il braccio di ferro di oggi che ha visto il premier Mario Draghi rinviare ogni decisione.

Morti bianche: più poteri all’Ispettorato. Aziende sospese se violano le norme – Il decreto, come anticipato, stabilisce che “al fine di far cessare il pericolo per la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori, nonché di contrastare il lavoro irregolare”, l’Ispettorato nazionale del lavoro può sospendere le attività di un’azienda “quando riscontra che almeno il 10 per cento dei lavoratori” – la soglia ora è del 20% – è in nero oppure quando ci sono gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza – oggi serve la recidiva. Insieme al provvedimento di sospensione, l’Ispettorato può imporre “specifiche misure atte a far cessare il pericolo per la sicurezza o per la salute dei lavoratori durante il lavoro”. Vengono dunque estese le competenze di coordinamento all’Ispettorato negli ambiti della salute e sicurezza del lavoro, di cui oggi si occupano le Asl. L’impresa sospesa non potrà contrattare con la pubblica amministrazione per tutto il periodo di sospensione. Per poter riprendere l’attività produttiva è necessario non soltanto il ripristino delle regolari condizioni di lavoro, ma anche il pagamento di una somma aggiuntiva di importo variabile a seconda delle fattispecie di violazione. L’importo è raddoppiato se, nei cinque anni precedenti, la stessa impresa ha già avuto un provvedimento di sospensione.

Sulla norma c’è stata fino all’ultimo un’interlocuzione con le Regioni: dopo il confronto, le norme sarebbero state confermate prevedendo un maggiore coinvolgimento delle Asl in modo da non creare sovrapposizioni. Ma le novità hanno scontentato anche Confindustria, che invece di sanzioni ex post invocava interventi ex ante, per esempio sotto forma di “commissioni paritetiche” di aziende e lavoratori. “E’ da tre mesi che le propongo ma non trovo interlocutori”, ha detto il presidente Carlo Bonomi a margine dell’assemblea degli industriali a Bergamo. “Ben vengano le sanzioni per chi non ha un comportamento corretto ma non capisco perché nessuno vuole lavorare per evitare prima che accadano le morti sul lavoro. E’ stata abbassata la quota sul lavoro nero per la sospensione dal 20 al 10%. In un Paese civile non si può pensare che c’è un 10% di lavoro in nero. Come Confindustria sono perché quella quota sia zero. Non è accettabile che ci sia una quota sul lavoro in nero“. Draghi dopo il cdm ha ringraziato le Regioni “per il confronto costante e costruttivo” e i sindacati “che hanno contribuito in modo fondamentale all’individuazione di soluzioni immediate, attuabili, efficaci”.

All’estensione delle competenze attribuite all’Ispettorato si accompagneranno un aumento dell’organico – è prevista l’assunzione di 1.024 unità – e un investimento in tecnologie di oltre 3,7 milioni nel biennio 2022/2023 per dotare il nuovo personale ispettivo della strumentazione informatica necessaria a svolgere l’attività di vigilanza. Previsto anche l’aumento del personale dell’Arma dei Carabinieri dedicato alle attività di vigilanza sull’applicazione delle norme in materia di diritto del lavoro, legislazione sociale e sicurezza sui luoghi di lavoro, che passerà dalle attuali 570 a 660 unità dal 1° gennaio 2022. Viene infine rafforzata la banca dati dell’Inail, il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro. Gli organi di vigilanza sono tenuti ad alimentare un’apposita sezione della banca dati, dedicata alle sanzioni applicate nell’ambito dell’attività di vigilanza svolta nei luoghi di lavoro. Mentre l’Inail dovrà rendere disponibili alle Aziende sanitarie locali e all’Ispettorato nazionale del lavoro i dati relativi alle aziende assicurate e agli infortuni denunciati.

Le cartelle esattoriali: più tempo per pagare – Nel decreto vengono accolte le richieste delle commissioni Finanze sulla riscossione. Chi riceve una notifica dall’Agenzia delle entrate, dopo un anno e mezzo di stop causa Covid, avrà più tempo per pagare: 150 giorni anziché 60. Fino allo scadere del termine dei 150 giorni non saranno dovuti interessi di mora e l’agente della riscossione non potrà agire per il recupero del debito. Anche chi è decaduto nel periodo Covid potrà essere riammesso alla rateazione e dal 31 ottobre 2021 potrà riprendere a pagare in 18 rate anziché 10 rate. Remissione in termini anche per chi aveva piani relativi alla rottamazione o al saldo e stralcio: avrà tempo fino a fine novembre per saldare le scadenze di quest’anno.

Rifinanziate indennità e cig Covid – Il provvedimento rifinanzia finalmente l’indennità di quarantena Covid per circa 800 milioni. Fino al 31 dicembre 2021, quindi, il periodo che i lavoratori trascorrono in quarantena a causa del covid, con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva, “è equiparato a malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento e non è computabile ai fini del periodo di comporto”. Tornano anche i congedi parentali per i lavoratori dipendenti che abbiano il figlio under 14 a casa in quarantena o malato di Covid. La norma prevede il riconoscimento un’indennità pari al 50% della retribuzione. Se il figlio ha una disabilità grave accertata, il beneficio spetta a prescindere dalla sua età. Sul versante lavoro, nel provvedimento trovano spazio anche le risorse per rifinanziare fino al 31 dicembre ulteriori 13 settimane di cassa integrazione con causale Covid, senza contributo addizionale, anche al fine di gestire l’uscita ‘graduale’ dal blocco dei licenziamenti (in programma per i 31 ottobre) per il terziario, le piccole imprese, oltre che i comparti manifatturieri della moda, del tessile e delle calzature. Inoltre viene prorogata di 12 mesi l’integrazione salariale dei lavoratori Alitalia.

Per l’assegno unico 6 miliardi dal 2022 – I fondi per l’assegno unico ora contenuti nel generico fondo per la riforma fiscale ‘traslocano’ stabilmente nel fondo “assegno universale e servizi alla famiglia”. Dal 2022 i 6 miliardi aggiuntivi vengono assegnati al nuovo strumento per gli aiuti alla famiglia, assicurando le risorse necessarie alla sua entrata a regime a partire dal prossimo anno. L’assegno unico assorbirà gli altri strumenti esistenti, dalle detrazioni per i figli a carico agli attuali assegni familiari, con le relative risorse.

Ecobonus auto rinnovato, ma meno fondi rispetto alle bozze – E’ stato rifinanziato per il 2021 con 100 milioni di euro il fondo ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. I fondi a disposizione sono inferiori rispetto a quanto previsto dalle prime bozze del dl, dove erano pari a 300 milioni. Le nuove risorse vengono destinate per 65 milioni di euro a incentivare l’acquisto di veicoli M1 compresi nella fascia di emissione 0-60 g/km CO2, 20 milioni per i veicoli commerciali di categoria N1 o M1 speciali, 15 milioni ai veicoli esclusivamente elettrici. Per i veicoli M1 compresi nella fascia 61-135 g/km CO2 sono invece stanziati 10 milioni di euro. Infine 5 milioni di euro sono destinati all’acquisto di veicoli di categoria M1 usati con emissioni comprese tra 0-160 g/km CO2.

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