Prima il capo dell’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, poi la ministra dell’Interno. Gli scontri di Roma hanno provocato quale scossone al Viminale e negli apparati di sicurezza. Mentre il ministero dell’Interno valuta una rimodulazione nelle modalità di approccio a manifestazioni e cortei per contestare le normative per gestire la pandemia, in Parlamento si muove il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. I deputati del Copasir, che è guidato da un esponente di Fratelli d’Italia cioè Adolfo Urso, vogliono fare luce su quello che può non aver funzionato nella gestionde la sicurezza, visto che i manifestanti sono arrivati addirittura ad assaltare la sede della Cgil.

Per questo motivo giovedì verrà audito il direttore dell’Aisi, il generale Mario Parente. Inoltre, sempre in riferimento a quanto accaduto sabato è stata chiesta una informativa urgente alla ministra degli Interni, Luciana Lamorgese. Questa audizione va ad aggiungersi all’interno di un calendario particolarmente impegnativo per questa settimana. Domani, infatti, è prevista la prima audizione del direttore della Agenzia per la cybersecurity; mercoledì l’audizione del Presidente del Comitato militare dell’Ue, Claudio Graziano, nell’ambito dell’indagine conoscitiva su ‘Difesa e intelligence europea’. Infine, giovedì è fissata la audizione del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani con cui sarà attivata l’indagine conoscitiva sulla sicurezza energetica.

In Parlamento, invece, Fdi e Leu – dunque due gruppi che siedono alle posizioni opposte dell’emiciclo – chiedono l’audizione della sola Lamorgese. “Ci arriva la disposnibilità del governo a vernire per il 19 di questo mese: questa è una vergogna incredibile”, protesta il capogruppo FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, che ha preso la parola in Aula a Montecitorio per chiedere di “trasmettere al Presidente Fico la nostra richiesta di poter ascoltare subito” il ministro Lamorgese che ” deve informare i cittadini di quello che sta succedendo“. Una richiesta alla quale si è associato Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali, che ha esteso la sua istanza anche alle audizioni dei vertici dei servizi di sicurezza nel Copasir. “Questa Camera voti al piano presto una mozione per la messa al bando delle organizzazioni neofasciste: quello che è accaduto sabato è stato solo la punta di un iceberg che cova”, ha aggiunto. Sullo scioglimento delle organizzazioni neofasciste, invece, non si è espresso in alcun modo l’esponente di Fdi.

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