La sala emergenze dell’ospedale isolata e medici e infermieri barricati dietro le porte blindate, per difendersi da “aggressioni, spintoni, bottigliette lanciate addosso“. Così Francesco Pugliese, direttore del pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma, ha raccontato al Corriere della sera l’aggressione di sabato notte. Una quarantina di manifestanti no green pass hanno fatto irruzione, dopo che un altro era stato ricoverato e posto in isolamento per essersi rifiutato di sottoporsi al test anti Covid. Un vero e proprio scenario da battaglia. A dispetto del fatto che “un pronto soccorso è – o meglio sarebbe dovuto essere – come la Croce Rossa in zona di guerra: sacro, intoccabile”.

Il paziente ricoverato – un uomo proveniente dalla Sicilia – “rifiutava i trattamenti, persino il tampone. Inveiva contro il personale – poi l’assalto – Dieci persone si erano radunate fuori dal pronto soccorso per lui, come fossero venuti a liberarlo. La tensione è salita quando sono diventati quaranta“, il racconto. Si trattava di parenti, amici, ma anche “no vax e no green pass a sentire quello che urlavano”. Non soltanto slogan, ma anche “insulti irripetibili, minacce. Mai i colleghi si erano sentiti addosso parole di tale violenza. Cieca. Pura. Eppure parliamo di personale formato, con anni di esperienza, sanno gestire tossici, ubriachi, pazienti psichiatrici”. Dopo essere entrati in accettazione, i facinorosi hanno isolato la “sala rossa”, riservata ai pazienti critici e hanno impedito a chiunque l’accesso: “Se fosse arrivata un’urgenza in quei minuti…”.

Prima dell’arrivo della polizia, nella zona sanitaria “i medici, gli infermieri, le guardie che tentavano di respingere queste persone”, violente e dotate di armi di fortuna, come bottiglie di vetro. “Hanno rotto la porta di ingresso del pronto soccorso, ci sono stati altri danni, ma soprattutto hanno costretto il personale a barricarsi dietro le porte blindate della sala gialla – afferma il primario – Era piena di pazienti, anche loro terrorizzati. Una rabbia mai vista, in un luogo dove si curano malati, moribondi“. Per Pugliese, a distanza di mesi da quando, insieme ai colleghi contro la pandemia – con oltre 1200 ricoverati al giorno -, la disinformazione sul virus e i vaccini ora è egualmente preoccupante: “Abbiamo curato tre colleghi e due poliziotti feriti, non sono gravi. Siamo tutti sotto choc, ma anche demotivati – spiega – Vediamo questo atteggiamento estremista anche nei no vax che curiamo, ci chiedono “che mi fate, che mi iniettate?”. Per un medico vedersi morire tra le mani queste persone che si potevano salvare, veder buttar via così delle vite… mi scusi non trovo le parole”

Articolo Precedente

Obbligo di Green pass sul lavoro, Speranza respinge le pressioni di Lega e Regioni sulla durata dei tamponi: “Resta tutto così com’è”

next
Articolo Successivo

Sciopero generale a Torino, lancio di uova contro le forze dell’ordine sotto il Comune – Video

next