“È crollato un pezzo di storia“, dice un residente del quartiere Ostiense. Il Ponte dell’Industria, a Roma conosciuto da tutti come il Ponte di Ferro, è stato distrutto dalle fiamme nella notte tra sabato e domenica. Al momento la struttura dell’opera tiene, ma sono crollate alcune parti esterne. Il rogo, divampato – questa la prima ipotesi – da alcune baracche che si trovano sotto il ponte, è stato spento intorno all’una di notte e si è propagato attraverso cavi elettrici e tubature. Non c’è nessun ferito. Ora i vigili del fuoco dovranno tornare sul posto per una prima verifica statica: seguiranno poi i lavori di riadeguamento degli impianti e il ripristino delle parti crollate, ovvero le gallerie dei servizi. Ci vorranno quindi dei mesi prima che il ‘Ponte di Ferro’ possa riaprire, con pesanti ripercussioni sul traffico della Capitale: la struttura infatti collega i due quartieri Marconi e Ostiense. Interdette anche le banchine del fiume Tevere e la pista ciclabile nel tratto in prossimità della struttura. Il ponte è chiuso, l’area è transennata e presidiata dalla polizia locale impegnata sul posto anche per agevolare la viabilità. Deviazioni sono state predisposte su strade limitrofe, come via Ostiense, viale Marconi, via Ettore Rolli.

“I sopralluoghi non sono terminati, poi ci saranno le verifiche statiche. È crollata una passerella laterale che porta i cavi delle utenze” spiegano i tecnici del Comune. Nella notte sul posto è arrivata la sindaca, Virginia Raggi, e poi il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri. “Si stringe il cuore a vedere un pezzo di storia ridotto così”, ha commentato la prima cittadina, che questa mattina fuori dal seggio elettorale ha aggiunto: “Aspettiamo l’esito delle indagini. Io non mollo. Amo Roma“. La Procura di Roma è in attesa di una prima informativa dalle forze dell’ordine in relazione all’incendio. I magistrati procederanno poi all’apertura di un fascicolo di indagine. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme si sono propagate da alcune baracche che si trovano sotto il ponte, così come era già accaduto nel 2013, quando l’incendio però ebbe conseguenze minori. Prima le sterpaglie, poi i cavi elettrici e alcune tubature del gas poi, hanno contribuito infatti ad alimentare il rogo.

Si attende ora la relazione tecnica dei vigili del fuoco per avere un quadro più preciso. “Siamo qui dalle due di stanotte. Otto ore di rilievi. È caduta una passerella laterale che porta i cavi della corrente e dell’acqua. Ora partiranno le indagini sui materiali. Il sopralluogo non è terminato”, spiegano a Lapresse i tecnici del dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del comune di Roma. Secondo quanto si apprende, le utenze invece sono state rialimentate già nel corso della notte. La società Areti ha provveduto alle operazione, dopo che molti abitanti della zona erano rimasti senza elettricità e gas. Un portavoce di Italgas informa che “dalle verifiche condotte già nelle prime ore della mattinata, le condotte del gas che corrono lungo il ponte di ferro all’Ostiense, prontamente isolate chiudendo le valvole a monte e a valle, non hanno subito danni dall’incendio né lo hanno alimentato. Il servizio di distribuzione del gas nella zona prosegue regolarmente e non ha subìto interruzioni. L’esiguità dei consumi di queste ore consente per il momento di poter fare a meno dell’apporto di gas proveniente dalle condotte chiuse”.

“Abbiamo sentito uno scoppio, la puzza di gomma bruciata e di gas. Subito è andata via la luce e siamo scesi in strada“, raccontano i condomini di un palazzo di riva Ostiense. “Si sono sentite anche delle grida di aiuto venire dagli accampamenti lungo il Tevere – racconta un altro – poi abbiamo visto le fiamme. Pian piano abbiamo visto il rogo crescere e avvolgere il ponte”. “La cosa più impressionante è stata l’impossibilità di agire davanti a un incendio che si propagava – racconta una condomina – probabilmente a causa del gas e dei cavi elettrici. Abbiamo visto l’incendio crescere sempre di più. Un rogo avvenuto a pochi metri dall’accademia dei vigili del fuoco e dalla sede dei sommozzatori”. Mentre un altro abitante racconta: “E’ stata una serata terribile, le fiamme erano altissime. Ho avuto paura. Sotto al ponte ci sono le tubature del gas, il timore era che potesse saltare tutto in aria prima che chiudessero il gas”. E c’è chi ora pensa alle ripercussioni sulla vita di tutti i giorni. “Passavo su quel ponte tutti i giorni per andare a lavorare. Ora rimarremo così per anni. Sarà un disastro per chi abita qui”.

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