Nemmeno una settimana fa, l’ultima mossa del presidente tunisino, Kaïs Saïed, con la quale aveva assunto di fatto i pieni poteri aveva fatto temere che per il Paese si stessero ricreando le condizioni per un ritorno alla dittatura, a quasi 11 anni dalla Rivoluzione dei Gelsomini. Oggi, la mossa del capo dello Stato, che da oltre due mesi ha rimosso l’esecutivo in carica e congelato l’attività del Parlamento, ha incaricato Néjla Bouden, docente di Geologia alla Scuola Nazionale degli Ingegneri di Tunisi Enit, di formare un nuovo governo.

Come questo debba avvenire non è ancora chiaro, visto che al momento il Parlamento è di fatto esautorato e non potrà quindi votare la fiducia alla nuova squadra di governo. Così, la decisione di Saïed di nominare la prima capa dell’esecutivo donna del mondo arabo, un evento storico in condizioni normali, è visto da molti come un’operazione di facciata per mantenere il potere esecutivo nelle proprie mani. È stato lui stesso, nello stringato comunicato fatto circolare dalla Presidenza, a specificare che tale decisione è stata adottata ai sensi dell’articolo 16 del decreto presidenziale 117 relativo alle misure eccezionali.

È ancora una misura emergenziale, quindi, presa con i pieni poteri ancora in mano a Saïed, quella che ha portato l’ex Policy Officer presso il Gabinetto del ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica a cercare di formare una squadra di governo. Ed è infatti sempre il presidente a dettare la linea e le priorità del nascente esecutivo: “La lotta alla corruzione sarà la priorità del prossimo governo tunisino”, ha detto ricevendo Bouden e sottolineando quanto sia importante formare un governo “coeso” nelle “prossime ore o giorni” per non perdere altro tempo. “Per la prima volta nella storia tunisina una donna guiderà il governo”, ha poi voluto sottolineare in un video diffuso dalla Presidenza.

Timore, quello di un’operazione di facciata, condiviso evidentemente anche dalla cancelliera tedesca uscente, Angela Merkel, che in un colloquio telefonico con Saied ha voluto ricordare che è “essenziale” che la Tunisia torni a una “democrazia parlamentare” attraverso il dialogo “con tutti gli attori politici”. Merkel ha sottolineato “l’importanza delle conquiste democratiche della Tunisia per la stabilità e il benessere del Paese”, secondo quanto si apprende da una nota della cancelleria.

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