Per il rave party al lago di Mezzano, in provincia di Viterbo, che si è tenuto tra il 13 e il 19 agosto, l'”azione di forza” era “controindicata” perché “lo sgombero dell’area con il ricordo a idranti e lacrimogeni avrebbero creato rischi per ordine pubblico e salute“, quindi “visto l’alto numero di persone e la presenza di bimbi” è stata “ritenuta opportuna un’attività dissuasiva”. A dirlo durante un’informativa alla Camera è la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.

La titolare del Viminale ha anche ripercorso le tappe del rave, a partire dalle 20.45 del 13 agosto quando, tra Livorno e Cecina, “veniva controllato dalle forze dell’ordine un gruppo di camperisti, circa 40 camper con a bordo una cinquantina di persone” che “seppur sollecitate” non davano “indicazioni circa il luogo in cui erano dirette”. Lamorgese specifica quindi che, non essendo stato trovato a bordo materiale o evidenze che facessero emergere “forme di illegalità”, non “sarebbe stato possibile adottare nei confronti delle persone controllate provvedimenti che ne avrebbero potuto impedire giustificatamente il proseguimento del viaggio”. Tuttavia, visto che “alcuni dei soggetti fermati” avevano “precedenti di polizia per invasioni di terreno o di edifici”, è stato attuato “un articolato servizio di osservazione e di monitoraggio“. Nessuna scorta, precisa quindi Lamorgese, “come è stato impropriamente riportato”, ma solo un’attività di “monitoraggio” da parte delle forze di polizia sui camper che si muovevano sull’Aurealia.

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