Ci saranno certamente i dipendenti pubblici, oltre a chi lavora nei locali e sui mezzi di trasporto. Ma l’obbligo verrà esteso anche ai lavoratori delle aziende private e gli studi professionali, per i quali la Lega vorrebbe spuntare un rinvio almeno fino alle Amministrative del 3 e 4 ottobre. Speranze vane, alla luce della convocazione inoltrata dal presidente del Consiglio Mario Draghi ai sindacati, incontrati a Palazzo Chigi, alla vigilia della riunione de Consiglio dei ministri fissata per giovedì alle 16.

Scontro tra sindacati e governo sui test gratuiti – Prima del Cdm – alle ore 10 e 30- è fissata la cabina di regia di governo che dovrà definire il nuovo decreto per l’estensione dell’obbligo di Green pass. “L’esecutivo ci ha informati che approverà un decreto per rendere il Green pass obbligatorio sui posti di lavoro pubblici e privati“, dice il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri dopo l’incontro col premier. Sui tempi dell’entrata in vigore dell’estensione del green pass per i lavoratori pubblici e privati dal governo “hanno parlato genericamente del mese di ottobre ma non hanno indicato date. Hanno detto che è una decisione non ancora assunta”, ha aggiunto segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. I vertici sindacali – per la Cisl c’era Angelo Colombini – spiegano inoltre di aver chiesto all’esecutivo “la gratuità dei tamponi fino a fine anno”. Richiesta che, secondo diverse fonti, non dovrebbe essere accolta: a pagare i test saranno i lavoratori, no lo Stato né tantomeno le imprese. Sui tamponi i sindacati hanno tentato un piano B, ovvero un regime transitorio. “Su questo non abbiamo avuto risposte”, spiegano. “Sulle sanzioni abbiamo chiesto che non sia possibile licenziare i lavoratori e su questo ci hanno dato garanzia. Ma non avendo il testo, ci riserviamo di vedere cosa scriveranno”, dice Bombardieri. Per gli inadempienti, la sospensione dal lavoro dovrebbe scattare dopo 5 giorni, a seguire la stop dello stipendio. Come per la scuola. Ma le multe -anche se di questo con i sindacati al tavolo non si è parlato,- non dovrebbero essere previste nel provvedimento, spiegano fonti di governo all’agenzia Adnkronos.

Via libera all’estensione nonostante Salvini – L’altro fronte che apre l’estensione del Green pass è quello all’interno della maggioranza, con Matteo Salvini che da giorni prova a fare resistenza, temporeggiando in attesa del testo al quale negli uffici di Palazzo Chigi e dei ministeri competenti si lavora da giorni. Anche con il placet di ampi pezzi del Carroccio: nessuna rimostranza dai ministri – Giancarlo Giorgetti in primis – ma neanche dai governatori, da Massimiliano Fedriga fino ad Attilio Fontana, che già dalla scorsa settimana hanno dato ampia disponibilità. Ecco perché le parole della ministra degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, sono inequivocabili: “Si va verso l’obbligo del certificato verde non solo per i lavoratori del pubblico impiego ma anche per quelli del settore privato”, ha detto Radio Rai sottolineando che “solo immunizzando la stragrande maggioranza della popolazione possiamo contenere i contagi”. Il governo, ha aggiunto, è “pronto” ad “accelerare”. Sul Green pass, ha concluso, “abbiamo intrapreso una strada chiara, il Consiglio dei ministri di domani sarà sicuramente un momento importante”. “Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato”, aveva sillabato Draghi, citando Nino Andreatta e dando la linea sui prossimi passi del governo. Passi necessari per contrastare il virus e, soprattutto, per tornare alla normalità: perché, nelle intenzioni del capo dell’esecutivo, è questa la funzione chiave della nuova estensione del certificato verde che approderà in Consiglio dei ministri giovedì. Il provvedimento, al di là delle residue resistenze di una parte della Lega (“Saremo gli unici in Europa”, osserva Salvini), nelle sue grandi linee è pronto ed entrerà in vigore il 10 o il 15 ottobre.

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