Il nuovo cammino del M5s ispirato alla “radicalità dei principi” e alla “moderazione dei toni”; la “lealtà” al governo Draghi, almeno finché si parlerà di “riforme e bene del Paese”; gli accordi con i giallorossi, i timori sulle amministrative e la decisione di non correre alle suppletive di Primavalle per non favorire la destra (e Palamara); l’obbligo vaccinale da considerare come “extrema ratio”. Giuseppe Conte è interveneuto alla Festa del Fatto quotidiano, intervistato da Peter Gomez e Antonio Padellaro, e ha parlato del presente e del futuro del suo Movimento 5 stelle. Ma non solo. L’ex premier ha anche replicato alle dichiarazioni di Giorgia Meloni sul reddito di cittadinanza, pronunciate poco prima al Forum Ambrosetti, che ha definito la misura di aiuto per chi ha bisogno “metadone di Stato”: “Ovviamente immagino che la Meloni non volesse offendere”, ha commentato Conte, “non sono così semplicistico e strumentale, ma è un’espressione volgare, forte, mentre bisogna lavorare per l’inclusione. Dobbiamo riconoscere dignità sociale alle persone“. E anche per questo, ha assicurato Conte, tra le misure che i 5 stelle porteranno avanti c’è anche “l’obiettivo del salario minimo” perché “bisogna migliorare alcune retribuzioni che sono davvero basse”.

“Leali a Draghi”. Fino a quando? “Finché si fanno riforme che migliorano il Paese” – “Adesso guardare dietro non ha senso”, è stato l’esordio dell’ex premier. “Il Conte 2 ha affrontato la fase più acuta della pandemia, ora c’è un governo Draghi che sosteniamo in modo leale e costruttivo. Facciamo il tifo per l’Italia”. Un appoggio quello del M5s che è arrivato e continua non senza difficoltà. “Il momento di disorientamento è stato forte, però io ho avuto una opinione subito molto chiara”, ha detto Conte. “Ci potevamo augurare di tutto, ma non una crisi di governo in piena pandemia. E quando c’è la crisi, poi bisogna confrontarsi con essa ed è la ragione per cui ho colto che non bisognava volgere le spalle al Paese, non tanto a Draghi. Avrebbe rallentato le ripartenze”. Ma fino a quando, ha chiesto Antonio Padellaro, i 5 stelle saranno disposti ad appoggiare questo esecutivo? “Il nostro limite è nelle misure, nelle riforme. Finché si fanno riforme che migliorano il Paese, lo caratterizzano dal punto della vista della transizione ecologica, noi saremo convintamente a sostenere questo governo”. Un esecutivo che, ha riconosciuto Conte, “gode di ampi favori della stampa”: “Non c’è dubbio che delle volte alcuni commentatori mettano un eccesso di enfasi in questo appoggio. Non so se questa prospettiva ‘escatologica’ di cui viene investito il governo e il presidente in particolare gli faccia bene o male”. Una condizione opposta, ha detto, rispetto a quanto vissuto durante i suoi mesi a Palazzo Chigi: “Io ho avuto la continua e costante critica delle forze di opposizione“, ha aggiunto Conte. Ma nonostante ciò, si è affrettato a precisare, “Draghi è autorevole e sta adeguatamente rappresentando l’Italia, dobbiamo sostenerlo”.

In quanto a Renzi, l’ex premier si è limitato a dire che il rapporto con il leader di Italia viva “non è un discorso di simpatia personale o antipatia”. Ma piuttosto la questione riguarda il come “un nostro sistema, in piena pandemia, può permettere che una forza politica formata in corso di legislatura faccia cadere il governo”. Con “un potere di interdizione” che “fa il bello e il cattivo tempo”. E, interrogato su alcuni contenuti del libro dell’ex premier, Conte ha ammesso: “Con sincerità non ho letto nemmeno sintesi…”.

“Il nuovo corso M5s, radicale nei principi e moderato nei toni”. Grill? “Ci confrontiamo spesso” – Conte da alcune settimane è anche il presidente M5s e ha ribadito che è partito il nuovo corso del Movimento. “I 5 stelle hanno un grande merito che anche gli osservatori più critici non possono oscurare. Ha dato un contributo di innovazione a un sistema politico che si era adagiato sugli allori. Ci sono state anche difficoltà del Movimento, perché questa è la terza esperienza” al governo “di una forza che doveva essere dirompente. Ma sono convinto che il M5s possa riprendere il suo cammino interpretando un nuovo corso con la radicalità dei principi, qualcuno parla di moderazione, noi saremo ancora più radicali del passato sui principi. Ma saremo moderati nei toni”. Ovvero, ha poi spiegato, “il Movimento del vaffa è stato il Movimento della prima ora, quello che doveva entrare nei palazzi, doveva sgomitare, forzare per entrarvi. Oggi quei toni veementi non hanno più ragione, possiamo argomentare le nostre ragioni e credo che dobbiamo dismettere i toni aggressivi. Anche le parole fanno male, non meno delle azioni”.

Alla domanda se si sente con Beppe Grillo, con il quale è arrivato a una pace a luglio scorso dopo settimane di scontri, Conte ha risposto: “Certo che sento Grillo, ci confrontiamo spesso…”. Gomez ha replicato rievocando una delle critiche del comico: “Pensa ancora che non abbia capacità manageriali?”. L’ex premier ha riso, ma ha anche precisato: “Mai pensato che partito o un Movimento fosse un’azienda”.

Il banco di prova del voto. “Primavalle? Scelto di non dividere il centrosinistra per non favorire Palamara” – Per il nuovo M5s di Conte il primo esame da affrontare saranno le prossime amministrative, un esame che rischia di non essere passato in quei territori dove il Movimento è meno radicato. “Alle amministrative il M5s ha avuto sempre difficoltà, ha avuto poco radicamento sul territorio e storicamente risultati molto modesti”, ha ammesso Conte. “Oggi non potrà cambiare, io ci metto la faccia e andrò a fare campagna dove magari prenderemo il 3%“. I 5 stelle e il suo presidente, come ricordato da Peter Gomez, hanno anche scelto di non correre alle suppletive di Roma, nel collegio di Primavalle. Perché non tentare neanche la corsa? “Quella di Primavalle è stata una situazione delicata”, “c’è una candidatura che lei ha citato (Palamara, ndr), c’è un’area di centrodestra che potrebbe correre per questa soluzione. Se in questa area contrapposta ci fossimo divisi in tante candidature, avremmo rischiato di avvantaggiare questa soluzione” che “noi non vogliamo. Visto che il Pd ha candidato un suo uomo di partito, abbiamo ritenuto più saggio non intervenire per dividere il centrosinistra”.

“Obbligo vaccinale extrema ratio” – Conte ha poi parlato dell’intenzione di Draghi di arrivare all’obbligo vaccinale. Un tema che ha spaccato la Lega e creato già molte discussioni dentro la maggioranza e su cui finora l’ex premier non si era espresso in maniera netta. “Bisogna valutare la curva, io sono favorevole a un uso maggiore del green pass”, ha dichiarato, “che induce alla vaccinazione. Detto questo, per quanto riguarda l’obbligo se sarà necessario, come extrema ratio, dobbiamo considerarlo. Vediamo l’evoluzione della curva epidemiologica e manteniamoci aperti a tutte le soluzioni che garantiscano la sicurezza dei cittadini”. L’ex premier ha quindi preso le difese del M5s dicendo che qualche “commentatore maligno vuole schiacciarlo su posizioni ‘no vax’, ‘nì vax’. Il M5s ha gestito 12 mesi di pandemia” seguendo “sempre i consigli scientifici degli esperti”.

La riforma Cartabia: “Il M5s è la garanzia che il collasso della giustizia penale non potrà esserci” – A proposito della riforma della Giustizia, Gomez ha chiesto a Conte se “è preoccupato che quella riforma finisca di fronte alla Cedu e alla Corte costituzionale e venga fulminata”. “Mi sono molto preoccupato quando l’ho letta innanzitutto nella versione originaria e questa è cosa nota”, ha risposto l’ex premier. “Abbiamo fatto una battaglia non ideologica, ma nell’interesse del sistema giustizia. Nella versione originaria prefigurava un collasso del sistema giustizia penale. Abbiamo dato un grande contributo per il miglioramento, devo dare atto che il Fatto quotidiano ha colto le criticità, le ha sottolineate e lo ha fatto con grande determinazione”. E rivolgendosi alla platea della Festa del Fatto quotidiano, ha detto: “E’ stata una battaglia nell’interesse generale, complimenti”. E sul futuro, ha aggiunto: “Una riforma è un esercizio anche accademico, ogni riforma deve sedimentarsi. Noi abbiamo richiesto che ci fosse un periodo transitorio di maggior cautela. Questo ci consentirà di valutare l’impatto. Ci sono tante criticità. E’ inevitabile. Ma io l’ho detto: il M5s è la garanzia che il collasso della giustizia penale non ci potrà essere, che i processi dovranno svolgersi, siccome medio tempore ci sono le elezioni politiche, se volete questa certezza non avete che da appoggiarci”.

“Decreti sicurezza? Quando dico che è stato commesso un errore me ne assumo la responsabilità” – Tra i temi sollevati durante l’intervista, anche le recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte al Corriere della sera sui decreti Sicurezza di Salvini. Gomez ha infatti ricordato che il leader M5s però, quei provvedimenti, da premier li sostenne. “Matteo Salvini ha portato dei testi sui decreti Sicurezza su cui abbiamo lavorato molto, su questo ci sono tantissimi testimoni”, ha replicato Conte. “Rispetto alla versione originale li abbiamo modificati. Ma non è stato possibile modificare tutto. In particolare aveva destato sempre perplessità” la decisione di “abolire la protezione internazionale (protezione umanitaria ndr) senza una soluzione o un meccanismo alternativo” perché questo “avrebbe comportato che centinaia di migliaia di persone sarebbero andate in strada, senza nessuna soluzione concreta”. E così “sono diventati invisibili”. Ma, ha continuato l’ex premier, “ora quando oggi dico che è stato commesso un errore, non mi distacco da quell’errore, me ne assumo la responsabilità. Ma vogliamo dire che è stato un errore? Vogliamo dire che per quanto riguarda i rimpatri non c’è stato nessun miglioramento durante la gestione Salvini?”. E a proposito del minor numero di sbarchi durante l’epoca del ministro dell’Interno leghista, ha ribattuto: “Le comparazioni vanno fatte rispetto ai contesti politici e sociali. Oggi la ministra Lamorgese si è trovata in questa nuova fase, il dopo Salvini, con una pandemia Covid, un conflitto esploso in Libia e da un po’ di tempo in Tunisia c’è una crisi del sistema politico e sociale gravissimo. Questi tre fattori alterano i flussi migratori e non possiamo fare paragoni“.

Il caso Cingolani e le aperture (rimangiate) sul nucleare – Tra le condizioni che Conte ha posto per continuare a sostenere il governo Draghi, ci sono le riforme nell’ottica della transizione ecologica. Un riferimento non casuale visto che il ministro competente Cingolani, quello voluto proprio dai 5 stelle, è da giorni al centro delle polemiche per aver accusato “gli ambientalisti radical chic” e aperto al nucleare. “Ci vedremo con Cingolani e discuteremo di politiche ambientali“, ha assicurato Conte. “L’energia atomica costa, altri Paesi dismettono i siti nucleari, anche le rinnovabili ora costano meno. Discuteremo di tutto e vi assicuro che il M5s sarà lì per indirizzare la transizione con progetti chiari. Gli ho chiesto un incontro perché c’è da ragionare non tanto delle battute, che sono state infelici. I fanatici non sono quelli che si battono per diffondere una cultura ecologica, sono quelli che la disconoscono. La transizione ecologica è una cosa importante che deve appassionare. Il M5s ritiene che bisogna puntare sulle eco-tecnologie“.

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