L’estate sta finendo ma gli stabilimenti della galassia Stellantis restano chiusi. “È stato comunicato in queste ore che, oltre agli stabilimenti come Pomigliano che sarebbero dovuti ripartire ma sono rimasti chiusi, la crisi di approvvigionamento di componenti elettronici ora colpirà altri stabilimenti a partire dalla Sevel. Ma è evidente che anche gli effetti di questa mancanza di forniture potrà colpire le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli altri impianti di assemblaggio come Melfi. A questo si aggiungono le incertezze sul polo torinese a partire da Maserati. La crisi di componenti elettronici rischia anche di scatenare un effetto a catena su tutta la componentistica”, annuncia oggi la Fiom Cgil.

Tutto il comparto dell’auto è alle prese con problemi nell’approvvigionamento di semiconduttori. Dalla giapponese Toyota alla statunitense Ford, passando per Volkswagen, sono tante le linee di assemblaggio ferme o che camminano a singhiozzo. la Fiom parla di un “emergenza annunciata che con l’assenza di politiche industriali scarica sui metalmeccanici gli effetti già negativi pagati per la mancanza di innovazione e investimenti”.

“Dopo la comunicazione della Sevel (dai cui stabilimenti esce il furgone Fiat Ducato, ndr) del fermo produttivo , molte aziende dell’indotto stanno comunicando il fermo delle attività per la settimana prossima”, annuncia il segretario generale della Fiom Cgil provinciale di Chieti, Alfredo Fegatelli. “La Val di Sangro, e non solo – spiega – vedrà una forte richiesta di cassa integrazione. Come Fiom siamo preoccupati perché questa situazione di mancanza di componenti, che sta coinvolgendo tutto il settore dell’automotive, rischia di protrarsi con la conseguenza di aprire seri problemi per le lavoratrici e i lavoratori a partire dalla parte più debole, i somministrati”.

Nel frattempo sono esauriti gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche e le ibride plug-in. E al momento – secondo quanto si apprende – non è previsto un rifinanziamento. In base al portale ad hoc del Mise restano a disposizione invece i fondi per i veicoli a benzina e diesel a basse emissioni di CO2. In sostanza comprare oggi un’auto elettrica usufruendo degli incentivi non è possibile. Prosegue però – spiegano fonti qualificate – un “lavoro responsabile sulla transizione ecologica” in una logica di equilibrio tra “tutela dell’industria e ricadute sociali”.

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