Sull’Afghanistan “sono d’accordo con Letta, sottoscrivo quasi tutto il suo intervento. Non sono d’accordo con Conte: io il dialogo con i terroristi islamici non lo concepisco per principio e non li legittimo”. Sul palco del Meeting di Cl a Rimini, Matteo Salvini rivolge il suo attacco a Giuseppe Conte. I principali leader sono riuniti per discutere del “ruolo dei partiti nella democrazia”, ma la prima domanda per tutti è sulla situazione in Afghanistan. E Conte ribadisce la sua posizione: “Non abbiamo alternative se non creare un atteggiamento compatto che tenti di costringere al dialogo i talebani per assicurare protezione per le persone che rimarranno”. Per i suoi rivali sul palco l’argomento è tabù: Salvini dice che lui non vuole dialogare, Antonio Tajani ritiene il dialogo “impossibile“. Enrico Letta chiede di spostare la deadline del 31 agosto per le evacuazioni, Giorgia Meloni dice che la soluzione non è portare gli afghani in Europa. Nessuno spiega però come farlo senza interloquire con chi ha conquistato il potere a Kabul.

“I talebani devono dimostrare di essere aperti al dialogo e le ultime notizie non depongono a favore del cambiamento, ma non abbiamo alternativa”, dice Conte sul palco del Meeting di Cl.
Quindi, prosegue, “le organizzazioni internazionali devono astringere al dialogo per arrivare a una soluzione”. “Dobbiamo essere realisti – sottolinea il leader del M5s – il piano di evacuazione terminerà ma dobbiamo anche preoccuparci della popolazione che rimane. Io ho detto questo, l’ho detto in buona compagnia”, spiega Conte, citando la cancelliera tedesca Angela Merkel e l’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue, Josep Borrell, che come il leader M5s hanno sottolineato la necessità di avere un dialogo con i talebani. “E un impegno verrà anche dal G20, fa bene Draghi a insistere su questo formato che è l’unico che possa dare risultati”, aggiunge Conte. “Sono stato tacciato di essere l’avvocato dei tagliagole, l’alleato dei talebani. Quando si tratta di questioni così serie, finiamola di fare gli scienziati, i premi nobel della geopolitica“, conclude.

Salvini risponde: “Ho visto gli ambasciatori di Afghanistan e Pakistan, parlo con chi rappresenta una istituzione. Non con chi dice che i diritti per la persona si basano sulla sharia. Io dialogo con chi riconosce la prevalenza del diritto della legge statale e della libertà sulla legge divina. La legge di ogni Stato deve prevalere sull’integralismo. Ecco, io con quelli non voglio dialogare”. Nessun riferimento a come garantire la protezione degli afghani. Il vicepresidente di Forza Italia Tajani prosegue: “Il dialogo è impossibile, bisogna confrontarsi ma il dialogo è impossibile“. Durante il secondo giro di interventi, arriva la replica di Conte: “Il dialogo con i talebani non è legittimazione politica o riconoscimento internazionale. Bisogna tentare un confronto per proteggere le persone”, chiarisce il leader M5s.

In Afghanistan “bisogna sia spostata la deadline del 31 agosto per le evacuazioni, occorre l’impegno di tutti, dell’Italia, del G7, della Nato, delle Nazioni Unite. Il 31 agosto è una data troppo vicina e rischia di essere una tagliola tremenda”, dice il segretario del Pd, Enrico Letta. In seconda battuta, prosegue, “il nostro Paese deve estendere il suo metodo per evacuare le persone da lì, e il metodo è la bellissima immagine del console italiano che prende il bambino dal tetto e lo porta via: noi siamo quell’Italia lì”. Inoltre, aggiunge Letta, “dobbiamo ottenere dall’Ue corridoi umanitari da concordare con le autorità locali. I corridoi sono fondamentali e il nostro è Paese di solidarietà”. In ultima istanza, puntualizza il segretario Pd, “dobbiamo ripensare il ruolo dell’Occidente: è un elemento essenziale. Da questa sconfitta che è gravissima si deve tirare una lezione. Il ruolo del nostro Paese”, anche alla luce della presidenza del G20, ” è fondamentale” e fondamentale è “il sostegno a Draghi”.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, parla di “una gestione disastrosa di Biden” con “una fuga disordinata che ha prodotto un’umiliazione per Usa e occidente, che avrà conseguenze geopolitiche imprevedibili” con “un fondamentalismo islamico che si fomenterà in tutto il mondo, con un allargamento dell’influenza della Cina, con il ruolo del Pakistan – unico stato islamico ad avere la bomba atomica – e che rischia di finire sotto controllo dei talebani”. L’Ue, prosegue Meloni, “parlando solo di profughi (che è un grande tema) dimostra la sua debolezza: un nano politico e un gigante burocratico. La soluzione per 30 milioni di afghani non sarà portarli in Ue, dobbiamo porre il tema del rapporto con nazioni fondamentalisti“. “Non credo che la soluzione siano i corridoi umanitari, ma un piano importante per sostenere nazioni limitrofe”, conclude la leader di FdI.

Secondo Tajani, “l’Europa deve fare un salto di qualità, avere una politica estera unica più coraggiosa e una politica unica di difesa, con un vero esercito europeo“. Per Maurizio Lupi, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, invece “non dovevamo andarcene dall’Afghanistan. C’è un rischio futuro e c’è un rischio per la dignità e la qualità della vita delle persone che scappano”. “Siamo stati in Afghanistan 20 anni, con lealtà e sacrifici umani. Abbiamo pagato un alto prezzo. Abbiamo discusso molto sulla nostra presenza, non abbiamo potuto discutere dell’uscita. Questo è un brutto colpo per l’Occidente e per la credibilità della Nato. Ora dobbiamo pensare il modo in cui l’Ue organizzi la loro evacuazione e la loro accoglienza. E’ una grande sfida che il G20 dovrà affrontare e siamo fortunati che il presidente Draghi presiederà la riunione”, il commento di Ettore Rosato, presidente di Italia Viva.

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