Valore di borsa il 10 agosto 2020: 16 miliardi.; valore di borsa oggi: 92 miliardi, il doppio di Bayer. Ricavi primi sei mesi 2020: 69 milioni di euro. Nei primi 6 mesi del 2021: 7,3 miliardi. Profitti saliti a 2,8 miliardi da una perdita di 88 milioni. E’ il “miracolo” Biontech, la società di biotecnologie tedesche che ha sviluppato insieme a Pfizer il primo vaccino autorizzato contro il Covid di cui sono state già vendute due miliardi di dosi. Beati gli azionisti, certo. Ma non solo. Come rileva l’economista tedesco Sebastian Dullien, direttore dell’istituto di ricerche economiche Imk, la performance dell’azienda ha avuto ripercussioni ben tangibili anche sui risultati del Pil tedesco

In particolare il boom di ricavi e utili produrrà una spinta sul Pil quantificabile in un + 0,5% sul + 3,6% complessivo che dovrebbe registrare la Germania nel 2021. Come scrive Dullien un “risultato straordinario” per una start up. L’economista precisa che molto raramente una singola azienda ha rilevanza ai fini delle statistiche macroeconomiche ma che questa è un’eccezione. In tutto il 2021 BioNtech dovrebbe incassare dalla vendita di vaccini quasi 16 miliardi di euro (appunto circa lo 0,5% del Pil tedesco), a fronte di ricavi che l’anno prima si contavano in decine di milioni. Questa differenza rapida e sostanziale spiega l’impatto sul Pil. I conti di Dullien “depurano” il risultato dalla componente estera che non viene conteggiata del Pil.

L’economista afferma di non avere memoria di casi simili. Nel 2019, ricorda, Volkswagen registrò un aumento dei ricavi di 18 miliardi di euro ma l’incremento fu realizzato soprattutto fuori dal paese. Al contrario Biontech produce tutto nello stabilimento di Marburgo, nell’Assia. La sua capacità di produzione sta salendo ad un miliardo di dosi all’anno. Anche i profitti che derivano alla partecipazione degli utili realizzati da Pfizer vengono conteggiati nel Pil tedesco.

A voler essere maliziosi, l’effetto tonificante sull’economia tedesca di BioNtech spiega anche la ritrosia di Berlino di fronte alle proposte di liberalizzazione di licenze e tecnologie per la produzione dei vaccini. La posizione contraria della cancelliera Angela Merkel si è via via sempre più irrigidita nel corso del tempo. Con un occhio al listino di Francoforte dove i titoli delle società coinvolti sussultavano al solo pronunciare la parola liberalizzazione. La Germania ragiona soprattutto in chiave economica, gli Stati Uniti dove hanno sede Pfizer, Moderna e Jhonson & Johnson rispondono a logiche da superpotenza e quindi anche geo politiche. La liberalizzazione delle licenze, in quest’ ottica, è una carta da giocare.

Tedesca è anche Curevac, altra biotech impegnata nello sviluppo di farmaci anti Covid. Sinora con minor successo ma, tra terze dosi, richiami periodici, varianti, il filone sembra davvero ricco e in grado di garantire a lungo ricavi e profitti. Non che questo si tradurrà sempre in una spinta sul Pil come quella che vedremo quest’anno, che deriva dalla nettissima differenza di risultato rispetto all’anno prima. Nel 2022, per intenderci, il Pil incorporerà già il valore della produzione di Biontech che difficilmente subirà un balzo analogo a quello del 2021. Il Prodotto interno lordo, infatti. altro non è che il valore di tutti i beni e servizi finali prodotti da un sistema economico

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