Sono più di centocinquanta i Comuni in Calabria che contano meno di duemila abitanti. Alcuni di questi fuori dalla finestra vedono il mare, altri ancora il costone di una montagna o magari entrambe. Per cercare di rigenerare questi posti e di riportare la Calabria al mix culturale che da anni la caratterizza, è in fase di ideazione un bando dedicato a giovani under 40, italiani o residenti nella Comunità europea, che scelgono di spostare la propria residenza lavorativa in uno di questi Comuni per un periodo minimo di cinque anni. Si chiama reddito di residenza attivo e prevede di destinare ai futuri cittadini calabresi circa 28mila euro, distribuiti in tre anni, per vivere in uno di questi Comuni e aprire o trasferire lì la propria attività. Guardando ai dati Istat, si nota come la Calabria da anni stia ormai registrando un lento svuotamento specialmente dei piccoli Comuni. “Un obiettivo è sicuramente quello di ripopolare queste zone grazie a un esperimento che combina domanda e offerta di lavoro”, sottolinea Gianluca Gallo, assessore regionale alle Politiche agricole e allo Sviluppo agroalimentare, con delega al Welfare, impegnato nella creazione del bando insieme al collega Fausto Orsomarso, assessore allo Sviluppo economico.

“Si tratta di 700-800 euro al mese per tre anni. Nel caso in cui decidessero di andare via prima della scadenza quinquennale i soldi dovranno essere restituiti alla Regione” racconta Gianpietro Carlo Coppola, sindaco di Altomonte, in provincia di Cosenza (4.600 abitanti). Il progetto è ancora in fase di discussione, per questo non si trova il bando né alcun riferimento. “Stiamo pensando di ampliarlo anche per i Comuni fino a 5mila abitanti e a cittadini residenti fuori dalla Comunità europea”. Sono già numerosi i messaggi che sia il sindaco che l’assessore Gallo hanno ricevuto da giovani tra i 25 e i 35 anni da parti diverse del mondo, dall’Uruguay e dall’Argentina fino alla Siria. “Credo che tra i motivi di tanto interesse vi sia la storia calabrese, la tradizione per l’artigianato e la grande attenzione per le attività agroalimentari” aggiunge Coppola. Città di ‘nduja, pitta, cipolle rosse e pesche, di cui Altomonte è una capitale in Europa.

Chi fosse quindi interessato a cambiare vita e visuale per i prossimi cinque anni, deve aspettare ancora qualche mese, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Il bando dovrebbe uscire infatti entro Ferragosto, ma prima di diventare pubblico ha bisogno del nulla osta del ministero dello Sviluppo Economico. I fondi messi a disposizione della Regione Calabria non arrivano infatti dall’Europa, bensì sono royalty che il Mise è obbligato a versare e che la Regione è obbligata a spendere. Si tratta di 700mila euro totali da utilizzare per attività di carattere sociale. L’obiettivo, sottolineato da Coppola, che al progetto ha collaborato, è quello di riuscire a ottenere una cifra più elevata proprio per permettere a un numero sempre maggiore di persone di aiutarli a rigenerare questi territori. “Vorremmo riuscire a trovare una collaborazione anche con gli altri assessorati, – sottolinea – così da poter finanziare, per quanto possibile, la nascita di queste nuove attività. Per questo però dovremmo attendere l’arrivo dei fondi europei”.

Tra gli oltre trecento Comuni che potrebbero ospitare in futuro nuove forze, c’è anche quello di Samo, un paese di circa 800 abitanti, la maggior parte dei quali anziani. Il sindaco Paolo Pulitanò, pur ammettendo, come altri colleghi, di non essere ancora a conoscenza del progetto, si è dimostrato interessato all’iniziativa, anche se, continua “abbiamo anche i nostri giovani da sostenere”. Dello stesso pensiero è Alessandro Tocci, sindaco di Civita. La cittadina, situata più in alto, in provincia di Cosenza, è stata da poco nominata bandiera arancione 2021-2023, marchio di qualità turistico ambientale. Negli ultimi dieci anni i suoi cittadini hanno visto andarsene un centinaio di persone circa, arrivando a toccare oggi 860 abitanti. “Il nostro paese è famoso per le sue tradizioni albanesi, non potrei mai dire di no a un ragazzo del Kosovo che per esempio vuole venire ad abitare qua da noi”, commenta Tocci, senza dimenticarsi però anche dei propri ragazzi che, dice, avrebbero bisogno di più incentivi per riuscire invece a restare. “Guardiamo sempre ai nostri giovani con molti bandi e iniziative. Questo in particolare però vuole invitare prima di tutto i nostri connazionali – conclude l’assessore Gallo – Dopodiché comprendo e apprezzo anche i messaggi dall’America Latina, che lo vedono come un modo per raggiungere facilmente l’Italia”.

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