Una piccola isola vicino alla costa: Bergeggi misura due ettari e dista solo 250 metri dal litorale. “Dopo quella di Miramare la nostra è l’area marina più piccola d’Italia – spiega Davide Virzi, il nuovo direttore – ma è ricca di biodiversità”. In altri contesti si direbbe “un direttore operaio”. Virzi è “nato dal basso”: di formazione geografo, è una guida ambientale escursionistica. I suoi piedi hanno marciato in lungo e in largo i sentieri della Liguria, mostrando ai turisti i segreti dell’entroterra che si specchia nel mare, come solo questa regione, dalla geografia così verticale, sa regalare.

Da uomo pratico, appena nominato è subito al lavoro sul campo: a parlare con gli operatori locali, i subacquei, i pescatori e a perlustrare la grotta marina. “Faccio la guida dal 1997, da prima di laurearmi. Negli anni ho accompagnato scolaresche e adulti – racconta a Ilfattoquotidiano.it – Quello che mi porto nel cuore è lo stupore dei turisti quando scoprono una Liguria inaspettata, non quella dei luoghi da cartolina ma gli angoli nascosti”. Ad esempio nel Parco del Beigua, a pochi chilometri da Bergeggi, dove “a mille metri di altezza ci sono ambienti quasi alpini ma con vista mare”.

“Lavorando da sempre nella gestione di una cooperativa ho imparato a fare squadra, a tirare fuori il meglio da tutti – dice – È questo spirito, che significa mettersi in ascolto dei vari punti di vista, l’impronta che darò alla mia direzione”. Il direttore che nella sua vita professionale ha conosciuto tante persone “dalle quali imparare e prendere ispirazione”, non può non citare Roberto Lamarca: “Persona profonda e coltissima, punto di riferimento per il mondo delle cooperative”. E poi Marilù Cavallero, il presidente della cooperativa nella quale ha lavorato per più di vent’anni e che è anche sua compagna di vita: “Mia moglie professionalmente e umanamente è la mia ancora, insieme abbiamo affrontato tante sfide, ha una forza straordinaria e non sarei qui se non avessi avuto lei accanto”.

Invece per quanto riguarda l’esperienza nella gestione di parchi e progetti europei deve ringraziare “il fatto di aver lavorato per più di dieci anni con Alberto Girani, storico direttore del Parco Regionale di Portofino”, e in questa nuova avventura a Bergeggi si augura “di mettere in pratica parte di quanto imparato da lui”.

In cantiere a Bergeggi ci sono progetti di cooperazione internazionale: “Col progetto Interreg Italia-Francia Neptune, a metà agosto sarà realizzato uno dei percorsi natatori più lunghi di Italia, 27 boe che delineano 2,7 km di mare nel quale le persone potranno nuotare o fare snorkeling a meno di 100 metri dalla costa”. Mentre a settembre “saremo coinvolti in un progetto di monitoraggio e ripopolamento della nacchera di mare (Pinna nobilis), il bivalve più grande del Mediterraneo”.

Non si vedono yacht e grandi motoscafi. Bergeggi sembra il paradiso di canoe, sup, nuotatori, pedalò. Cittadini e operatori, sono loro i primi guardiani dell’area marina: “Ci segnalano se vedono una boa con la luce spenta o una barca ancorata un po’ troppo vicino all’isola. Qui si è capito che la difesa della natura non è togliere ricchezza, ma un’opportunità”. Come il sentiero botanico che sull’isola conduce alla medievale Torre saracena: “Stiamo lavorando per renderlo agibile come ai tempi pre-covid, ma nessun luna park, sarà una fruizione a numero chiuso, accompagnati da guide e non elitaria. L’isola resta selvaggia senza costruzioni, l’attracco sarà solo per canoe e sup”. A tal proposito, riflettendo sulle proposte che si rincorrono per l’Isola Gallinara, confessa: “Personalmente sono contrario a investimenti come può essere un albergo. Le isole sono di tutti e conservano il loro fascino solo se rimangono intatte o fruite in maniera sostenibile, con rispetto ed attenzione”. Anche la piccola comunità dei pescatori è molto collaborativa: “Con la Camera di Commercio di Savona abbiamo avviato un progetto per il conferimento dei rifiuti della pesca nei porti della costa savonese, così come presto si sperimenteranno dei dissuasori acustici per mitigare le interazioni negative con i delfini, evitando danni al pescato e ai cetacei stessi”.

Tra le unicità di Bergeggi c’è la grotta marina: “Per i suoi resti archeologici e fossili è importantissima, siti come questo sono rari in Europa. La grotta è studiata per capire i cambiamenti climatici e geomorfologici ma anche per i pipistrelli e i piccoli invertebrati che la abitano”. C’è anche un cervello in fuga, Alessio Rovere, ligure e oggi professore all’ateneo di Brema che raccoglie campioni per studiarli in Germania.

Come criticità sicuramente ci sono i gabbiani: “Sull’isola la loro colonia è diventata troppo numerosa, danneggiano la flora tipica come la Campanula sabatia, importantissimo endemismo savonese. Ad oggi non si è ancora trovata una soluzione sebbene la popolazione sembra negli ultimi anni stabile”.

Le aree marine sono delle principesse, ma trattate dai governi ancora come delle Cenerentole: carenza di soldi e di personale è quanto denunciato da Davide Bruno, direttore di Ustica, a Ilfattoquotidiano.it nei giorni scorsi. E pesa per tutti la sfida più decisiva del futuro: “L’Unione europea chiede che in Italia entro il 2030 sia protetto il 30% del mare. Ad oggi siamo solo al 4%, togliendo il Santuario Pelagos arriviamo a meno del 2% – conclude Virzi – C’è tanto lavoro da fare e Bergeggi farà la sua parte, impegnandosi in piani di ampliamento, per preservare la biodiversità e, nello stesso tempo, promuovere e valorizzare il territorio e i suoi operatori”.

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