È stato un drone a colpire la petroliera gestita da una società di proprietà di un armatore israeliano attaccata due giorni fa al largo delle coste dell’Oman, provocando la morte di due membri dell’equipaggio. Le indagini della Marina degli Stati Uniti, che ha inviato sul posto la portaerei USS Ronald Reagan e il cacciatorpediniere USS Mitscher per scortare la Mercer Street in un porto sicuro, puntano in questa direzione. E Israele attacca di nuovo l’Iran accusandolo di essere responsabile dell’attacco: “Non dobbiamo tacere, rispondere severamente”.

“Esperti di esplosivi della Marina americana sono a bordo per assicurare che non ci siano danni ulteriori all’equipaggio e sono pronti a sostenere un’indagine sull’attacco. Le indicazioni iniziali puntano chiaramente ad un attacco con drone”, ha comunicato in una nota la Quinta flotta degli Stati Uniti che non precisa però come sia arrivata a questa conclusione. Ieri, infatti, la compagnia Zodiac Maritime che gestisce la petroliera aveva sposato l’ipotesi di un attacco condotto da “sospetti pirati”.

La versione degli Usa provoca anche la nuova reazione di Tel Aviv che torna all’attacco di Teheran, dando la responsabilità alla Repubblica Islamica e minacciando ritorsioni: “L’Iran non è solo un problema israeliano, ma un esportatore di terrorismo, distruzione e instabilità che sta danneggiando tutti noi. Non dobbiamo mai tacere di fronte al terrorismo iraniano che danneggia anche la libertà di navigazione”, ha denunciato il ministro degli Esteri, Yair Lapid, che ha poi riferito di essere in contatto e di avere una conversazione “costante” con il suo omologo britannico, Dominic Raab, che ha esortato a “rispondere severamente all’attacco alla nave in cui è morto un cittadino britannico”. Dall’Iran, l’emittente di Stato al-Alam cita “fonti ben informate” che confermano la versione Usa spiegando però che l’offensiva rappresenta una risposta a un attacco israeliano in Siria che ha ucciso “due uomini della resistenza” la scorsa settimana.

L’attacco alla petroliera di proprietà giapponese ma gestita da una società israeliana è avvenuto nella notte presso l’isola di Masirah, 300 chilometri a sud della capitale dell’Oman, Muscat. La nave era partita vuota da Dar es-Salaam (Tanzania) ed era diretta verso gli Emirati.

Immagine d’archivio

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