Non si fermano le manifestazioni per protestare contro la decisione di rendere obbligatorio dal 6 agosto il green pass per una serie di attività. Da Trento a Palermo, anche oggi, mercoledì 28 luglio, sono state organizzate in tutta Italia manifestazioni per dire no alle restrizioni. Iniziative nate quasi tutte online, che però hanno registrato un sostanziale flop, così come accaduto ieri a Roma dove la partecipazione alla manifestazione del movimento IoApro è stata inferiore alle aspettative. Le fiaccolate serali organizzate dal “Comitato libera scelta” si sono svolte in contemporanea a Milano, Torino, Bologna e Padova con slogan e cartelli che accusavano il governo di adottare misure dittatoriali e cori “libertà” e “Giù le mani dai bambini”. Unica eccezione è stato il sit-in di Roma, che invece ha raccolto in piazza del Popolo circa 1500 persone. Presente in piazza anche un gruppo di esponenti leghisti, alcuni di primo piano come Armando Siri, tra il promotori, Alessandro Borghi, Simone Pillon, Alberto Bagnai e Antonio Maria Rinaldi. Presente anche Vittorio Sgarbi. “Sono false le parole di Draghi sui vaccini” ha affermato Siri. Nel corso della manifestazione si sono anche levati cori contro il presidente del Consiglio e il ministro Speranza.

A Milano sono state tre le manifestazioni svolte in giornata. Oltre la fiaccolata in piazza della Scala, nel pomeriggio circa una cinquantina di persone si sono ritrovate in piazza Fontana. Per il comitato ‘Liberi di scegliere, il nuovo idolo è Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova che per primo l’anno scorso aveva iniziato la cura del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, suicidatosi ieri. Diversi, infatti, i tributi e le dediche riservate al medico, definito “un eroe che ha nobilitato la medicina nel periodo più buio”. Ma non sono mancanti i cori contro i giornalisti.

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