Al ristorante, al cinema oppure allo stadio si potrà andare solo se vaccinati. Anche il tampone non basterà più. La Germania valuta l’introduzione di nuove restrizioni per le persone che ancora non si sono immunizzate contro il Covid: se i contagi continueranno ad aumentare, “le persone vaccinate avranno sicuramente più libertà delle persone non vaccinate”. Le parole del capo della cancelleria, Helge Braun, segnano uno spartiacque nella direzione intrapresa dal governo tedesco nel corso dell’estate. Durante una recente visita al Robert Koch Institute, la stessa Angela Merkel aveva infatti escluso nuovi obblighi per i vaccini “al momento”, sottolineando che per ora il governo preferiva concentrarsi sull’incoraggiare la vaccinazione.

Ora invece Berlino pensa a misure che sarebbero molto più dure rispetto a quelle appena approvato dal governo Draghi. Nel resto d’Europa diversi governi stanno optando per l’introduzione del green pass obbligatorio per svolgere determinate attività: lo hanno fatto Francia e appunto Italia, lo ha deciso anche la Grecia, travolta dalle positività tra i turisti. Anche in Spagna aumentano le restrizioni a livello locale. Allo stesso modo, i tedeschi già ad oggi possono utilizzare strutture come ristoranti, cinema e impianti sportivi solo se completamente vaccinati o in grado di fornire un test negativo recente. Se i tassi di infezione continueranno ad aumentare, però, le persone non vaccinate dovranno ridurre i loro contatti, ha spiegato Braun in un’intervista al domenicale del quotidiano Bild. “Ciò potrebbe significare non avere la possibilità di visitare luoghi come ristoranti, cinema e stadi per le persone non vaccinate, anche se testate, perché il rischio è troppo alto“, ha affermato. Tradotto: un green pass valido solo per chi ha completato il ciclo vaccinale. L’opzione B, il tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, non sarebbe più contemplata.

La Germania ha registrato un basso numero di contagi durante l’estate rispetto a molti dei suoi vicini europei, ma i casi sono aumentati nelle ultime due settimane, in gran parte alimentati dalla variante Delta. Nel frattempo la campagna vaccinale ha rallentato e questo ha portato a nuove discussioni su come incoraggiare chi non si è ancora vaccinato a farlo. Oltre il 60% della popolazione tedesca ha ricevuto almeno una dose, mentre oltre il 49% è totalmente vaccinato. Con la diffusione della variante Delta, i politici dibattono da giorni sulla possibilità di richiedere la vaccinazione per specifiche professioni, come quelle del settore medico. Al momento, però, non sono stati introdotti obblighi del genere: in Germania, d’altronde, la possibile limitazione delle libertà personali resta argomento molto delicato. Braun però è convinto che la sua proposta sia assolutamente legale: “Lo Stato ha il dovere di proteggere la salute dei suoi cittadini”, ha risposto alla Bild am Sonntag. “Questo include un sistema sanitario che non deve rimandare altre operazioni in inverno per curare i pazienti Covid. E questo include la protezione di coloro che non sono vaccinati”, ha aggiunto il capo della cancelleria.

L’attenzione, infatti, è tutta rivolta a settembre, quando i contagi da Covid potrebbero raggiungere nuovi picchi. Braun ha confessato di temere una “quarta ondata” che dopo le elezioni federali del 26 settembre arriverebbe a registrare 100mila casi al giorno. In tale situazione, la quarantena per i contatti stretti porterebbe a “effetti enormi sui processi lavoratavi nelle aziende, come stiamo già vedendo in Gran Bretagna“, ha affermato Braun. Se l’incidenza aumenterà come previsto, sarà anche molto difficile tenere i contagi fuori dalle scuole. “Per me è quindi molto chiaro: genitori, insegnanti, tutori e autisti di scuolabus devono essere vaccinati. Se questi gruppi sono tutti vaccinati, il rischio per i bambini è minore”, ha spiegato il capo della cancelleria. Che però ha sottolineato di non temere un nuovo lockdown. Ci sono due argomenti a favore della vaccinazione, ha detto Braun,. La vaccinazione protegge al 90% da una grave malattia. “E: le persone vaccinate avranno sicuramente più libertà delle persone non vaccinate”.

Gli altri Paesi Ue – Le nuove misure proposte dal capo della cancelliera tedesca sarebbero molto più restrittive rispetto a quelle che entreranno in vigore il prossimo 6 agosto in Italia. Il certificato verde infatti sarà valido per chi ha avuto almeno una dose di vaccino (9 mesi), per chi ha fatto un tampone negativo nelle 48 ore precedenti (validità di 48 ore) o per chi è guarito dal Covid nei sei mesi precedenti (validità di 6 mesi). Al di fuori dell’Italia, la Francia è il primo Paese che ha spinto per estendere l’utilizzo del green pass non solo ai viaggi tra Paesi dell’Unione europea ma anche ad altre attività. Ecco un quadro della situazione:

FRANCIA – L’obbligo del pass sanitario è già in vigore per luoghi di svago e di cultura come cinema e musei, in attesa che le restrizioni includano anche bar e ristoranti a partire da inizio agosto, come deciso da Emmanuel Macron. Deputati e senatori in Francia hanno raggiunto un accordo di principio sul controverso disegno di legge, aprendo la strada alla sua definitiva adozione in serata. Dopo quasi tre ore di incontro al Palazzo del Lussemburgo, i parlamentari hanno raggiunto un compromesso sul testo che riflette gli annunci fatti il 12 luglio dal presidente Macron.

GRECIA – Il governo di Atene ha deciso a partire da metà luglio di imporre il green pass sia per i bar sia per i ristoranti al chiuso, oltre che per tutti i siti culturali. La decisione ha fatto seguito all’aumento dei casi di positività registrati tra i turisti. Parallelamente, infatti, sono stati introdotte restrizioni specifiche, come lo stop alla musica nelle discoteche e nei locali notturni a Mykonos.

DANIMARCA – Qui il green pass serve per entrare nella maggior parte dei luoghi al chiuso, compresi ad esempio i parrucchieri.

SPAGNA – Anche la Spagna è alle prese con la gestione della variante Delta e dei flussi turistici. La decisioni su eventuali restrizioni è affidati ai governi locali. La Catalogna, ad esempio, ha imposto il green pass per poter prendere parte a eventi con capienza maggiore di 500 persone. Alle Isole Baleari, invece, sono tornate misure come lo stop agli incontri tra l’1 di notte e le 6 del mattino.

PORTOGALLO – Qui invece la linea dura è ancora più diffusa: il certificato è obbligatorio per mangiare al ristorante in moltissime città, tra cui Lisbona e Porto. Non solo: sono ancora presenti alcune restrizioni, come il coprifuoco.

LETTONIA E LITUANIA – I due Paesi Baltici hanno scelto una strategia diversa: praticamente nessuna limitazione per chi è in possesso del green pass, mentre chi non è vaccinato e non ha la certificazione restano le normali restrizioni come il distanziamento o il divieto di consumare al chiuso.

Il REGNO UNITO – Londra invece ha scelto una via opposta, con il primo ministro Boris Johnson che ha momentaneamente sospeso tutte le restrizioni. Nuove regole sono già state annunciate per settembre, mentre è corso una campagna di informazione per spingere gli indecisi a vaccinarsi.

Articolo Precedente

Per saziare la fame (vera e di libertà), i cubani dovrebbero mangiarsi l’embargo

next
Articolo Successivo

Afghanistan, il cooperante locale abbandonato dall’Italia coi Talebani alle porte: “Ho paura, sono un bersaglio. Roma mi dia un visto”

next