È stato arrestato a Giacarta, in Indonesia, il broker Massimo Bochicchio, già accusato di aver truffato l’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte e altri vip, tra cui molti personaggi dello sport. Il consulente finanziario è stato rintracciato e fermato mercoledì in un’inchiesta della Guardia di finanza di Milano, coordinata dai pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi e dall’aggiunto Maurizio Romanelli.

L’ordinanza firmata dalla gip Chiara Valori – con l’accusa di riciclaggio internazionale – nei confronti di Bochicchio, fuori dall’Italia dal luglio 2020, era pendente da mesi. L’inchiesta milanese – come detto – riguarda l’accusa di riciclaggio internazionale, e non le presunte truffe ai danni di molti vip e imprenditori per decine di milioni di euro (30,6 ai danni del solo Conte).

Nei suoi confronti negli scorsi mesi era anche stato eseguito un sequestro preventivo – confermato a fine marzo dal Tribunale del Riesame – fino a 10,9 milioni di euro, eseguito dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf a febbraio. Tra le altre cose, erano stati sequestrati un immobile di pregio a Cortina d’Ampezzo, un vaso di Picasso e alcune opere di Giacomo Balla e Mario Schifano, foto di Richard Avedon, oltre che un milione di euro sui conti correnti e polizze.

Secondo i magistrati, Bochicchio nel triennio dal 2007 al 2010 aveva ricevuto da “un centinaio di clienti”, non solo sportivi, “300 milioni sul fondo Tiber e almeno altri 200 milioni sulla società Kidman”. Sfruttando il suo passato di banchiere alla Hsbc, Bochicchio aveva fatto credere che i fondi fossero riconducibili alla merchant bank, vantando anche le sue ottime relazioni con il numero tre dell’istituto, il banchiere franco libanese Samir Assaf.

Nei presunti raggiri di Bochicchio sarebbero caduti anche Marcello Lippi, il procuratore di calcio Federico Pastorello, i calciatori Patrice Evra e Stephan El Shaarawy, oltre all’ambasciatore italiano a Londra Raffele Trombetta e diversi imprenditori. Bochicchio era ben introdotto negli ambienti romani in cui andare a caccia di potenziali clienti. Ed era legato al presidente del Coni Giovanni Malagò da un’amicizia di vecchia data, tanto da essere stato introdotto proprio dal numero uno dello sport italiano nel giro del Circolo Aniene, uno dei club sportivi più esclusivi della Capitale.

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