Pugno duro contro la nuova legge ungherese “discriminatoria” nei confronti della comunità Lgbtqi, esternalizzazione della gestione dei flussi migratori, spinta maggiore in favore delle vaccinazioni contro la variante Delta del coronavirus e fermezza, affiancata dall’apertura al dialogo, con la Russia. Sono questi i principali punti discussi nel corso del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno che si è concluso stamattina e che sono stati presentati in conferenza stampa dai leader europei. La dichiarazione più netta, in tema di Covid, arriva dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che sui vaccini russo e cinese sembra chiudere a ogni possibilità di approvazione: “La contestazione è stata che lo Sputnik non è riuscito a ottenere l’approvazione dell’Ema e forse non avverrà mai. Il vaccino cinese non è adeguato ad affrontare la pandemia”. E propone un rinforzo e una riforma dell’Ema.

LGBTQI IN UNGHERIA – “Abbiamo avuto un dibattito duro ma necessario con l’Ungheria, spiegando al primo ministro Viktor Orban la supremazia dei valori dell’Ue”, ha esordito il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ribadendo, come fatto ieri, che l’Unione europea non ha alcuna intenzione di transigere sulle questioni riguardanti i valori fondamentali e il rispetto dei diritti umani. Sia lui che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, hanno definito la nuova legge ungherese “discriminatoria”, spiegando che Bruxelles ha già mostrato, con una lettera inviata al governo Orban, la propria contrarietà. Quando viene loro chiesto se, come dichiarato ieri dal premier olandese, Mark Rutte, pensino che non ci sia più posto per l’Ungheria in Ue, però, frenano. Più netto invece il primo ministro del Portogallo, Antonio Costa: “Tutti noi abbiamo aderito all’Unione europea perché ne condividiamo i valori – ha detto – È inaccettabile che chi non condivide questi valori rimanga. E la legge ungherese è una violazione dei diritti fondamentali”.

PANDEMIA – La pandemia rimane uno dei temi caldi del vertice europeo, soprattutto adesso che, con la campagna vaccinale in pieno svolgimento, la variante Delta rischia di complicare l’alleggerimento delle restrizioni previste per l’estate. Von der Leyen ha voluto sottolineare che la soluzione per contrastare la diffusione della nuova e più aggressiva mutazione sono le vaccinazioni, spiegando che i farmaci a disposizione in questo momento sono efficaci: “Siamo preoccupati dalla variante Delta – ha detto – Al momento, il 60% della popolazione europea ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, mentre ben il 40% è totalmente immunizzato. Sono numeri straordinari e dobbiamo continuare ad andare avanti perché i vaccini proteggono dalla variante Delta“.

Anche il premier Draghi è intervenuto a margine del summit ricordando che “la pandemia non è finita, non se siamo ancora fuori, va ancora affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza”. Il premier ha poi specificato che “è presto per dire come riformare Ema però ho sollevato io stesso il tema e c’è stata una certa convergenza. È un aspetto complesso ma certamente nell’ultimo anno abbiamo visto una certa difformità di pronunciamenti tra Ema e le autorità nazionali, esitazioni certamente anche dovute al fatto che tutti apprendevamo in corso d’opera, però si è vista una notevole confusione. Credo che Ema abbia bisogno di essere rinforzata per avere i poteri che le spettano e che altre agenzie esercitano in altri Paesi, pensiamo agli Usa”. Una posizione che ha trovato d’accordo anche i vertici dell’agenzia, con la direttrice esecutiva Emer Cooke che all’evento Sky TG24 Live In Firenze ha risposto a distanza: “Serve un nuovo quadro normativo perché l’Ema possa avere un ruolo formale, essere più proattiva” in caso di una crisi sanitaria, ha detto sottolineando comunque che “ci sono diverse proposte interessanti sul tavolo dei legislatori”. E anche lei, come von der Leyen, ha confermato che “i vaccini stanno funzionando anche contro la variante Delta, ma dobbiamo essere certi che si faccia anche la seconda dose”.

RUSSIA – Tema al centro della discussione anche quello riguardante i rapporti con la Russia. Da una parte c’è la volontà di contrastare l’operato di Mosca, in special modo in materia di diritti umani e sicurezza, dall’altro la consapevolezza che si tratta di un vicino ‘ingombrante’ ma con il quale l’Ue intrattiene rapporti commerciali consolidati. Per questo la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha dichiarato dopo la due giorni che “dobbiamo trovare formati in cui anche l’Ue dialoghi con la Russia” e non solo gli Usa, “vorremmo avere una visione coordinata” perché “è meglio che vi siano canali di comunicazione aperti insieme, invece di vedere singoli Paesi procedere da soli”.

Anche Draghi ha sottolineato che “la Russia è un attore importante sul fronte economico e politico, non può non essere coinvolta, bisogna tenere un dialogo attivo. Nello stesso tempo bisogna esser franchi su ciò che non va, gli attacchi cyber, lo spionaggio, la disinformazione, il rispetto dei diritti umani. Ci vogliono cooperazione e franchezza“.

I due capi dell’esecutivo italiano e tedesco sono anche d’accordo sulla possibilità di tenere dei colloqui con il presidente russo, Vladimir Putin: “Non vedo l’idea di questi colloqui con Putin come una questione di concedergli una ricompensa o meno”, ha sottolineato Merkel, spiegando che ieri i leader non sono riusciti a concordare un incontro ma che continueranno a parlare di “formati e precondizioni affinché possa avvenire”. “Il tentativo di un incontro in formato Ue-Russia andava fatto. Io ho sostenuto la necessità di farlo, perché invece di essere dubbiosi sulla propria potenza i Paesi Ue devono essere orgogliosi della manifestazione di forza che danno quando parlano insieme”, ha aggiunto Draghi polemizzando poi con alcuni partner europei: “I Paesi nordici più vicini alla Russia hanno sostanzialmente accantonato l’idea al momento”.

RIPRESA ECONOMICA – I due leader si sono poi soffermati sulla ripresa dell’Eurozona nel post-pandemia, dichiarandosi positivi per il futuro, nonostante i rischi rappresentati dalla diffusione della variante Delta. “Le prospettive sono migliori, dovremmo avere una ripresa migliore del previsto e ci sono buone probabilità che torneremo velocemente ai livelli economici pre-pandemici – ha detto Merkel – Abbiamo agito con coraggio e audacia e possiamo dire di aver superato abbastanza bene questa crisi”. Draghi ha aggiunto che “il Pnrr più le politiche fiscali nazionali faranno aumentare la crescita a un tasso più alto di prima della pandemia”. Certo è, ha aggiunto, che “la variante Delta sta creando incertezza anche sulla ripresa economica. A settembre non vogliamo trovarci nella stessa situazione dello scorso anno. In un anno avremo pure imparato qualcosa”.

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