La variante Delta – ormai predominante in Gran Bretagna e che sta prendendo in largo anche in altri stati europei – ha già una versione plus che comincia a impensierire. Il coronavirus Sar Cov 2 continua a evolversi per continuare a vivere contagiando più persone possibile. In India la Delta plus – denominata B.1.617.2.1 o più semplicemente AY.1 – si sta diffondendo sempre più rapidamente in India. Rilevata per la prima volta lo scorso aprile, secondo il ministero della Sanità finora sono stati individuati 22 casi del nuovo ceppo in sei distretti di tre Stati (Maharashtra, Kerala e Madhya Pradesh). Sedici di questi casi di contagio sono stati rilevati nel Maharashtra, uno degli Stati indiani più colpiti dalla pandemia. Secondo il ministero la variante e già rilevata in nove Paesi tra cui Usa e Gran Bretagna si diffonde più facilmente della Delta e si lega più facilmente alle cellule polmonari.

Sono tre le versioni attualmente più diffuse della variante Delta, finora presente in un centinaio di Paesi e indicata con la sigla B.1.617. È comparsa in India nell’ottobre 2020, contemporaneamente a un’altra variante simile, ma meno aggressiva, la B.1.618. Nelle banche date genetiche internazionali quella che adesso è la variante Delta, secondo la terminologia recentemente introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è diventata una sorvegliata speciale, ossia una delle cosiddette Voc (dall’inglese Variant of Concern), ossia le varianti che per le loro caratteristiche destano particolare preoccupazione.
Come tutte le varianti, anche la Delta accumula mutazioni con una relativa facilità, tanto che molto presto ha dato origine a una sorta di ‘famiglia’, i cui membri sono le tre versioni chiamate B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3.

Di queste la più diffusa è la B.1.617.2, considerata il 60% più efficace nel trasmettersi rispetto alla variante Alfa (ex inglese) grazie ad alcune mutazioni, come la K417N, presente anche nelle varianti Gamma, la B.1.351 identificata per la prima volta in Brasile e nella Beta identificata in Sudafrica, e la E 484Q, presente anche nella variante Gamma. La variante B.1.617.2 adesso è a sua volta è mutata, sviluppando una nuova versione, indicata con la sigla B.1.617.2.1 o più semplicemente AY.1. È stata identificata in India, nell’Istituto di genomica e biologia integrativa (Igib) del Consiglio nazionale delle ricerche indiano, Csir.
Secondo i ricercatori dell’Igib sarebbe già diffusa in alcuni Paesi e avrebbe caratteristiche la potrebbero renderla più resistente sia ai vaccini anti Covid, sia alle terapie basate sugli anticorpi. A darle queste proprietà sarebbe la mutazione K417N, presente anche nella variante Beta.

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