Ieri la sindaca di Torino, Chiara Appendino, in gravidanza, annunciava su Facebook la sua vaccinazione per il Covid. Il suo messaggio esordisce con una frase: “Mi fido della scienza, quindi mi vaccino”.

Ecco, ha detto una cosa perfetta. Una delle poche frasi adeguate a questa campagna di vaccinazione. Perché se andiamo oltre le opinioni personali, le bufale, gli annunci catastrofici o quelli minimizzanti, se guardiamo oltre le finte cure, i ciarlatani o i geni incompresi che hanno capito tutto, se c’è una cosa che ha fatto arrivare tutti noi a curarci con una pillola a casa o a fare una iniezione per proteggerci da veri e propri flagelli come la difterite o il vaiolo, quella è la Scienza. Tutto il resto è un circo mediatico che conta fino a un certo punto.

La donna in gravidanza, per motivi abbastanza evidenti, è quasi sempre molto attenta alla sua salute e a quella del nascituro. Molto più attenta che in altre fasi della vita. Si informa, legge, si affida alle cure degli esperti. Vuole, giustamente, il meglio. Spesso nella vita ci lasciamo andare ad abitudini anche dannose, piaceri che hanno anche conseguenze, può starci, la vita non è sempre e solo osservanza stretta delle regole. Ma in gravidanza tutto questo assume un altro significato. Hai una nuova vita da proteggere e così stai molto più attenta a ciò che fai. E davanti a un virus che può danneggiare madre e nascituro c’è un’unica soluzione, la vaccinazione.

All’inizio della pandemia avevamo pochissimi dati sui rischi di questa malattia in gravidanza. Le prime analisi notavano come il feto non avesse gravi conseguenze dall’infezione da Covid (dato strano, già l’influenza è molto pericolosa in gravidanza) e nello stesso tempo c’erano pochissimi dati sull’efficacia e sulla sicurezza della vaccinazione in gravidanza. Per questo le indicazioni sono state poche, spesso confuse e non chiare. Con il tempo sono arrivati i dati. Prima empirici (donne in gravidanza infettate da Covid o donne vaccinate senza sapere di essere in gravidanza) che mostravano i pericoli della malattia e l’efficacia della vaccinazione.

Se l’attenzione si era concentrata sul feto, i nuovi dati ci fornivano un orizzonte più preciso. Il Covid non sembra danneggiare direttamente il feto (anche se aumenta la possibilità di aborto spontaneo e morte endouterina) ma è molto grave per la donna. Uno studio effettuato su più di duemila donne di 18 nazioni evidenzia come la malattia può causare aumento del rischio materno di morte, infezione e preeclampsia (una grave malattia esclusiva della gravidanza) ma anche di aborto e parto prematuro (che può essere molto pericoloso). Tutte queste problematiche incidono per forza di cose sulla salute (anzi, sulla vita!) del nascituro.

Lo stesso studio notava come il Covid aumentasse il rischio di morte materna e ricovero in rianimazione. Dati che ne ricalcano altri di studi simili.

Sul versante della vaccinazione iniziamo ad avere numeri interessanti. Quelli per esempio di uno studio che ha controllato (su più di 35mila donne in gravidanza) gli effetti, soprattutto legati alla sicurezza, della vaccinazione anti-Covid in gravidanza. Non sono stati notati effetti collaterali particolari né a carico della donna né per il feto. A questo aggiungiamo che gli anticorpi che sviluppa la madre a seguito della vaccinazione si trasferiscono al feto che così sarà protetto dalla malattia anche dopo la nascita.

Non è un risultato da poco e anzi accontenta quel desiderio di protezione della donna per il suo bambino e, perché no, anche per lei stessa. Si può aggiungere che ormai diversi studi hanno accertato come non vi sia alcuna influenza sulla fertilità in donne vaccinate per Covid. Insomma, proteggersi è più vantaggioso e intelligente che non farlo. Non a caso tutte le società scientifiche specialistiche del mondo (e quelle italiane) consigliano la vaccinazione anti-Covid in gravidanza. Questa può essere fatta in qualsiasi epoca di gestazione e con qualsiasi tipo di vaccino. Per eccesso di sicurezza, se c’è possibilità di scelta, è preferibile fare un vaccino non a vettore virale e dopo il primo trimestre di gestazione. La vaccinazione è possibile e non è controindicata in allattamento.

La frase di Chiara Appendino, “mi fido della scienza, dunque mi vaccino”, non è solo corretta ma anche molto intelligente. Siamo fortunatamente liberi di fidarci e affidarci a chi vogliamo al caso o alla magia, ai ciarlatani o all’esperto, ma c’è un metodo che ci dice cosa è meglio fare per questioni di salute: la scienza. Ognuno scelga poi cosa preferire.

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