È il nome di Adil Belakhdim, ripetuto più volte, in coro, a fare da sottofondo alla manifestazione organizzata in piazza della Repubblica a Roma a sostegno dei lavoratori della logistica. Un evento nato proprio sulla spinta dello shock che ha colpito il settore dopo la morte del sindacalista Si Cobas investito da un camion nel corso di una protesta dei lavoratori di Biandrate, ma allo stesso tempo necessario per le condizioni lavorative alle quali sono spesso costretti gli operai del settore. E mentre in piazza cori e striscioni ricordano il 37enne, Repubblica diffonde le trascrizioni della telefonata tra l’autotrasportatore Alessio Spaziano, 24 anni, fuggito dopo l’incidente per poi fermarsi pochi chilometri dopo in autostrada, e il suo padrino di cresima, sovrintendente della polizia nel Casertano: “Torna indietro perché altrimenti passerai dei guai”, il consiglio dell’uomo.

La manifestazione romana: “Per Adil assassinato per il prodotto. Mobilitazione immediata per i crimini dei padroni”
L’evento, organizzato dal “Patto d’azione anticapitalista” a cui aderiscono diverse sigle a partire dal Si Cobas, di cui Belakhdim era coordinatore interregionale, è iniziato intorno alle 14 con un sit-in in piazza della Repubblica, ma già da ore il cordone di agenti schierati nell’area della manifestazione era a conoscenza della volontà degli organizzatori di dar vita a un corteo che però non era autorizzato.

Una piazza rossa, dipinta dalle bandiere dei “Cobas Lavoratori organizzati” e nella quale spiccano alcuni striscioni in memoria del sindacalista ucciso. In uno si legge “Per Adil assassinato per il prodotto. Mobilitazione immediata per i crimini dei padroni”. Oppure “Siamo tutti Adil”, “Per Adil ucciso mentre lottava, sciopero generale”, mentre in coro un gruppo scandisce “Adil è vivo, le nostre idee non moriranno mai”. Su un altro striscione si legge: “Draghi privatizzatore remember”.

Poco dopo l’inizio del sit-in, la folla ha iniziato a muoversi formando un corteo di poche centinaia di persone che si è diretto verso la vicina via Bissolati per poi tornare indietro. In alcuni momenti qualcuno ha spinto per forzare i blocchi e proseguire il cammino, soprattutto in direzione del ministero dello Sviluppo Economico, ma poi tutto è rientrato e il corteo è tornato indietro a piazza della Repubblica per proseguire, infine, verso piazza Vittorio Emanuele II.

La maggior parte delle persone scese in piazza oggi sono lavoratori migranti che sfilano con la foto di Adil e costituiscono la maggioranza degli impiegati nel settore della logistica, ma c’è anche qualche famiglia con bambini. Tra le sigle che partecipano alla manifestazione ci sono anche il Fronte della Gioventù comunista, Partito comunista dei lavoratori, Si Cobas con vari coordinamenti tra cui Novara, la città di Adil, e i Coordinamenti di Piacenza e Bergamo.

La chiamata del camionista al padrino: “Torna indietro o passerai dei guai”
Intanto nuovi particolari emergono sui minuti seguenti all’incidente nel quale ha perso la vita Belakhdim. In particolare, sono stati diffusi i particolari di una telefonata che il 24enne autore della manovra mortale ha fatto al suo padrino poco dopo l’episodio. Non appena capita la gravità della situazione, l’uomo, un agente di polizia, lo ha convinto a tornare indietro e avvertire le forze dell’ordine di cosa era successo. Così Spaziano ha chiamato il 112 dicendo: “Sono il camionista di Biandrate. È successo un macello”.

Pochi minuti dopo è stato raggiunto dai carabinieri di Novara che hanno sequestrato il camion frigo, mentre lui è stato portato nel carcere di Novara. Chi lo ha visto entrare lo ha descritto con l’aria smarrita e un po’ sconcertata, si legge. Lunedì mattina comparirà davanti al gip per l’udienza di convalida del fermo: a quel punto si capirà se deciderà di rispondere alle domande del giudice o avvalersi della facoltà di non rispondere.

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