Prima che Walter Visin, il padre del giovane calciatore ventenne toltosi la vita nella giornata di ieri, mettesse in chiaro che la morte di suo figlio non era legata a episodi di razzismo, in tanti tra politici e sportivi avevano commentato la vicenda.

Uno dei primi è stato, Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, ha pubblicato un post su Facebook nel quale dice: “Oggi parlano tutti e giustamente di ambiente, di transizione ecologica per salvare il pianeta. A volte mi chiedo se saremo in grado di salvarci da noi stessi”. A fargli eco, poi, il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, che in un tweet scrive: “Se puoi, scusaci. #SeidVisin”. A condividere il pensiero è poi Laura Boldrini, l’ex presidente della Camera che in un post su Twitter ha scritto: “Si è tolto la vita. A vent’anni. Sentiva il peso infame dello sguardo del razzismo. La lettera di addio di Seid Visin è un pugno allo stomaco. Ma che società vogliamo essere? Mi auguro che anche una ‘certa’ politica rifletta sulle conseguenze delle sue sprezzanti parole”.

Ancora più duro invece l’ex calciatore della Juventus Claudio Marchisio. In un lungo post su Instagram, l’ex azzurro scrive: “Siamo il Paese dell’integrazione quando sei un giovane talento o quando segni il gol decisivo in una partita importante, ma che si rifiuta di essere servito al ristorante da un ragazzo di colore. Siamo il Paese dell’integrazione quando l’atleta vince la medaglia alle Olimpiadi – continua Marchisio – Siamo il Paese dell’integrazione che cerca improbabili origini italiane quando l’attrice che ci fa emozionare vince il Premio Oscar, ma che quando in classe con i propri figli ci sono dei ragazzi di colore storce il naso. Io non posso neanche immaginare cosa abbia provato Seid Visin, ma sono certo che un Paese che spinge un giovane ragazzo a fare un gesto così estremo è un Paese che ha fallito. Pensateci quando fate le vostre battute da imbecilli, quando fate discorsi stupidi e cinici sui gommoni e sul colore della pelle, soprattutto sui social network.
Facciamo un po’ schifo – conclude Marchsio -. Tutti. Di centro, di destra, di sinistra“.

A tenere banco è stata poi la polemica social tra Roberto Saviano e Matteo Salvini. Prima della smentita di Walter Visin, il leader della Lega twitta: “Una preghiera per te, ragazzo, e un forte abbraccio alla tua famiglia. Gli Italiani sono da sempre generosi, laboriosi, accoglienti e solidali. Chi ancora distingue o disprezza un essere umano in base al colore della pelle, è un cretino. Punto”.

Subito dopo, l’autore di Gomorra, in un lungo post su Facebook, accusa direttamente Giorgia Meloni e lo stesso Salvini, dando loro dei “pagliacci perché nulla di quanto blaterano è vero, nessuna loro proposta è realizzabile. Andate sulle pagine di quei due orgogliosi razzisti: non troverete una parola di pietà. Parlano di Dio, di Madonne, di cuore di Gesù, ma praticano crudeltà e spietatezza. Due bestemmiatori“. “Peccato Seid – conclude Saviano -, se avessero detto che eri un ladro, uno stupratore, o anche un ubriacone, ecco, allora ti saresti meritato l’attenzione di questi due sciacalli. Meloni e Salvini, un giorno farete i conti con la vostra coscienza, perché la sadica esaltazione del dolore inflitto ai più fragili prima o poi si paga. E vi auguro sinceramente che siano i vostri figli a vergognarsi di voi e a non darvi tregua. Per sempre”.

Appena dopo la presa di posizione dei genitori del ragazzo, poi, Salvini replica allo scrittore: “Chi porta rispetto, merita rispetto. P.S. Agli sciacalli alla Saviano che cercano di fare polemica politica anche su una tragedia come questa, smentiti dai genitori di Seid che fanno sapere che ‘il suo gesto estremo non deriva da episodi di razzismo’. Ricordo infine che il primo senatore nero eletto nella storia della Repubblica Italiana, l’amico e imprenditore di origine nigeriana Tony Iwobi, è stato candidato ed eletto con la Lega. C’è chi parla di integrazione e chi la realizza”.

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Seid Visin, nel 2019 il post del calciatore morto suicida: ‘Sguardi schifati per il colore della mia pelle’. Genitori: ‘Gesto non deriva da razzismo’

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