Nello scontro tra Movimento 5 stelle e Rousseau interviene il Garante della privacy. L’autorità per la protezione dei dati personali ha ordinato all’associazione presieduta da Davide Casaleggio di consegnare tutti i dati personali degli iscritti al M5s entro 5 giorni. Il provvedimento è stato adottato d’urgenza all’esito dell’istruttoria avviata dal Garante dopo la segnalazione presentata dal M5s. Pochi minuti dopo la comunicazione dell’organismo, è arrivato il commento ufficiale dei 5 stelle: “La pronuncia è chiarissima”, si legge in un post su Facebook. “Dispiace aver perso tempo a causa degli ostacoli che in maniera strumentale sono stati messi in campo da qualcuno per rallentare il processo di rifondazione del Movimento a cui sta lavorando Giuseppe Conte e che la comunità del Movimento cinque stelle attende con impazienza”. Il post conclude: “Adesso attendiamo che l’associazione Rousseau ottemperi a quanto sancito dal Garante della privacy restituendo i dati degli iscritti nei tempi stabiliti, ossia entro i prossimi cinque giorni. Siamo pronti alla ripartenza con entusiasmo e responsabilità”. Il leader in pectore del Movimento, Giuseppe Conte, su Twitter aggiunge: “Il provvedimento del Garante della privacy fa chiarezza e spazza via qualsiasi pretesto, confermando le ragioni del Movimento. Ora si parte, si guarda avanti. Sarà la nostra comunità a indicare la rotta. Non c’è un minuto da perdere, ci sono tanti cittadini a cui ridare voce“.

La risposta – molto lunga – di Davide Casaleggio è pubblicata sul Blog delle Stelle (che ormai non è più da tempo l’organo online dei 5 Stelle): “Per individuare il rappresentante legale – scrive – è necessario seguire lo statuto e votare un comitato direttivo di 5 persone così come deciso durante gli Stati Generali dello scorso inverno e ratificato dagli iscritti con ben tre votazioni (una di indirizzo a dicembre e altre due per la modifica dello statuto a febbraio)”.

Perché Rousseau deve consegnare i dati – La richiesta del Garante della privacy, si legge nella comunicazione ufficiale, nasce dal fatto che dalla documentazione acquisita dall’Autorità, il Movimento 5 stelle e l’Associazione Rousseau risultano essere, rispettivamente, titolare e responsabile del trattamento dei dati degli iscritti al Movimento. In base alla normativa sulla privacy – continua il Garante – , il responsabile, “su scelta del titolare del trattamento dei dati”, è tenuto a cancellare o restituire tutti i dati personali, “dopo che è terminata la prestazione dei servizi richiesti relativi al trattamento“. Questa disposizione, precisa il Garante, deve essere applicata in tutti i casi che regolano il rapporto titolare-responsabile. In quanto titolare del trattamento il Movimento ha quindi diritto, sottolinea il Garante, di disporre dei dati degli iscritti e di poterli utilizzare per i suoi fini istituzionali. L’Associazione Rousseau dovrà quindi consegnare Movimento 5 stelle, entro 5 giorni, i dati degli iscritti di cui l’Associazione risulti responsabile. Potrà invece continuare ad utilizzare i dati di quegli iscritti rispetto ai quali sia anche titolare del trattamento.

Perché il M5s si è rivolto al Garante della Privacy – Davide Casaleggio e l’associazione Rousseau, da quando Beppe Grillo ha affidato la rifondazione del Movimento 5 stelle a Giuseppe Conte, si rifiutano di consegnare i dati degli iscritti al Movimento. La motivazione nasce dal fatto che il capo politico reggente Vito Crimi sarebbe decaduto dopo che a febbraio scorso la base ha dato il via libera al direttorio a cinque che vada a sostituire la leadership singola. Un passaggio maturato dopo gli Stati generali dell’anno scorso, ma che è stato stravolto con la caduta del governo giallorosso. Il garante Beppe Grillo ha infatti, prima confermato la guida ad interim a Crimi e affidato la rifondazione del Movimento a Giuseppe Conte. Passaggi che l’associazione Rousseau si rifiuta di riconoscere tanto da arrivare, il 23 aprile scorso, alla separazione ufficiale. A complicare il quadro ha contribuito anche la vicenda della consigliera espulsa dal M5s Carla Cuccu che ha portato il Movimento in tribunale a Cagliari. In quella sede i giudici non hanno riconosciuto Vito Crimi come legale rappresentante e hanno nominato un curatore. Nel frattempo però i 5 stelle hanno contestato la scelta del curatore (Silvio Demurtas) e i giudici, pur ribadendo che Crimi non può essere riconosciuto come responsabile, hanno accettato la sostituzione con l’avvocato Gianluigi Perra.

La risposta di Casaleggio: “Onorare il debito verso Rousseau”
Casaleggio dal canto suo sottolinea anche “il dovere” di “onorare il debito del MoVimento 5 Stelle verso Rousseau“. Per il figlio del fondatore la situazione del M5s è “arrivata all’assurdo“, “talmente kafkiana che spinge le persone a rifugiarsi nella mera tifoseria o peggio nell’agnosticismo, non avendo gli strumenti per comprendere le cause che hanno determinato questa condizione, né quale sia la soluzione che possa essere adottata”. Invece la soluzione c’è, dice Casaleggio: “L’osservanza della legge, il rispetto delle decisioni e della tutela degli iscritti, il dovere di onorare gli impegni presi, la volontà di dare seguito alla richiesta del Garante Beppe Grillo di consentire a Giuseppe Conte di avviare un processo di rifondazione”.

Casaleggio ribadisce che Rousseau “vuole risolvere la situazione e da mesi ha dato la sua massima disponibilità purché, come detto, vengano rispettati i principi di legalità, di democrazia interna, gli impegni presi e la volontà del Garante del MoVimento”. Per questo motivo, continua il figlio del fondatore del Movimento, l’associazione “si è resa disponibile anche ad avviare i voti necessari per arrivare ad una serena conclusione dei rapporti. Ovviamente a fronte di un impegno legalmente vincolante da parte dei candidati al comitato direttivo a tutelare i diritti dei lavoratori, come è doveroso che sia, sanando cioè i debiti pregressi del MoVimento per le attività lavorative svolte e mai pagate. Questo, qualora il movimento non avesse già speso i soldi raccolti nell’ultimo mese e quindi non ne avesse più in cassa“.

E Davide Casaleggio usa la metafora della barca a vela per avvertire che il rischio è un naufragio, nientemeno: “Chi ha mai navigato in barca a vela sa che questa situazione è simile allo stallo che si viene a creare quando si esegue una virata facendo passare le vele dall’altra parte e poi si rivira nuovamente senza passare la vela davanti, il fiocco (che nella nostra metafora è lo statuto), ottenendo uno stallo perfetto con le vele spiegate, mettendosi ‘in cappa’. È sicuramente una manovra coreografica, ma si perde completamente il controllo dell’andatura e si rimane in balia delle correnti. Non si può quindi fare se ci si trova vicino agli scogli. Gli scogli sono vicini. Ripeto. Gli scogli sono vicini”.

Articolo Precedente

John Elkann nominato Cavaliere del Lavoro: il Paese è affare per pochi

next