“Sulla possibilità di prorogare il blocco dei licenziamenti, noi siamo convinti che si possa fare“. A riaprire la discussione sulla norma saltata dal decreto Sostegni bis di dieci giorni fa è stato, a sorpresa, il leader del Carroccio. Che si è esposto a favore della riapertura del dialogo sul punto, nonostante la sottosegretaria del Carroccio al Lavoro Tiziana Nisini avesse detto esattamente il contrario e avesse accusato il ministro Andrea Orlando di “imboscata”. Parole, quelle di Salvini, che ha rivolto direttamente al segretario Pd Enrico Letta: “Se la finiamo con Ius soli e felpe pro sbarchi”, ha detto in un’intervista al Corriere della sera, “potremo dedicarci, anziché al litigio, al grande problema di questo momento: il lavoro”. Un’apertura che però, nel fronte dem, ha riscosso grande scetticisimo: “Da Salvini siamo abituati a cambiamenti repentini, giravolte e voltafaccia”, ha detto a Radio Immagina. “Per me è fondamentale la nostra linearità e la missione di servire gli interessi degli italiani”. Quindi gli ha rivolto un appello: sia “serio” per evitare di alzare aspettative che rischiano poi di venir frustrate soprattutto quando in momenti chiave hanno preso posizioni opposte “lasciando i lavoratori privi di certe protezioni”.

Insomma non si placano le polemiche sulla mancata proroga, inizialmente prevista nel decreto e poi saltata. E in attesa che nel passaggio parlamentare del provvedimento qualcosa in un senso o nell’altro possa ancora cambiare, oggi si è riaperta la discussione. Gli animi sono tornati ancora a scaldarsi soprattutto perché stavolta l’assist è arrivato da Ignazio Visco che all’occupazione ha dedicato un passaggio tutt’altro che marginale della sua relazione annuale. Il governatore di Bankitalia Visco ha avvertito che sussidi e stimoli governativi cesseranno e ci si dovrà abituare, ma ha anche chiesto di continuare a mantenere il sostegno a chi perde il lavoro. Politica e parti sociali ci hanno girato intorno, leggendo ognuno la sua versione dell’intervento del governatore, super partes per definizione.

Il tema licenziamenti resta acceso anche nel confronto tra le parti sociali. Da un lato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi ha ribadito il suo no alla proroga del blocco, spiegando che si tratta di una misura, in vigore dal febbraio 2020, “che stiamo adottando solo noi a livello planetario”. Dall’altro il segretario Cgil Maurizio Landini si è fatto forte delle parole del governatore, con il quale ha detto di condividere la posizione sul tema del lavoro. “Chiediamo che vi sia una proroga del blocco dei licenziamenti ma non per sempre, ma per realizzare una riforma entro agosto”. Una richiesta che viene portata direttamente in Parlamento dalla Cgil tramite la vicesegretaria Gianna Fracassi che rimette in discussione il Dl Sostegni bis tornando a chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti almeno riallineando tutti i settori fino al 31 ottobre.

Confindustria, con un’audizione in Parlamento della direttrice generale Francesca Mariotti, ha insistito ancora sul tema. “Non ci sarà alcuna emorragia di lavoratori”. E anzi è tornata all’attacco con altre richieste, dicendo che l’esenzione della addizionali per chi ricorre alla Cig non basta. Ad esempio bisogna ridurre i paletti sui contratti a tempo. Sul fronte sindacale quella della Cgil non è tuttavia una posizione isolata. Anche la Cisl, infatti, esorta il Parlamento affinché proroghi la cassa Covid per tutti fino al 31 ottobre e unifichi almeno fino a quella data la misura che prevede il blocco dei licenziamenti per tutti i settori senza distinguere come accade nel decreto tra quelli che avranno lo sblocco il 30 giugno e quelli che potranno arrivare al 31 ottobre. E pure alla Uil sembra insufficiente “quanto timidamente previsto in materia di proroga del blocco dei licenziamenti dal Sostegni bis e chiede al Parlamento di modificarla e di prevedere uno stop ai licenziamenti fino a quando non ci sarà una riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro.

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