Benno Neumair è in carcere da quattro mesi, con l’accusa di omicidio e occultamento del cadavere di suo padre Peter Neumair e di sua madre Laura Perselli. Era tornato in Italia per via del Covid, dal 2010 viveva in Austria dove aveva anche frequentato l’università di Innsbruck. In un’intervista all’Adnkronos ha raccontato che aveva lasciato casa per via dei continui litigi con i suoi genitori, il paragone con la sorella e il senso di insuccesso che trapelava nelle discussioni familiari.

“Quando ho ucciso mio padre prima e mia madre poi, era come se fossi uscito dalla realtà. So bene che è difficile veder riconosciuta la totale incapacità di intendere e di volere. Che nulla, nemmeno il fortissimo pentimento che provo, mi risparmierà la pena”. Benno Neumair si è autoaccusato di aver tolto la vita ad entrambi i genitori strangolandoli con un cordino: secondo la ricostruzione degli inquirenti, prima ha aggredito il padre reo di averlo svegliato “in maniera energica” e dopo pochi minuti con la stessa modalità ha inferto la medesima sorte alla madre. Nel corso della sua ricostruzione dei fatti ha raccontato anche la vita nel carcere di Bolzano: “Non faccio più attività fisica. Come un pendolo oscillo alternando momenti di profonda tristezza a frammenti di vita normale, con i miei compagni di cella – spiega – C’è chi sta bene, tutto sommato, dietro le sbarre, io no. Io non sto affatto bene, sono disperato. Trovo conforto dai colloqui con lo psicologo, ma fatico ancora a capire perché io abbia fatto quello che ho fatto”.

A ricostruire la condizione familiare del 30enne insegnante di matematica è stato il suo legale, che negli scorsi giorni ha provato a contestualizzare le parole del suo assistito. “La mamma soprattutto è stata sempre pesantissima con Benno, molto spigolosa e sottile, era una cosa che andava avanti da anni – ha spiega il suo avvocato Flavio Moccia – Vero è che appena ha potuto, è andato a studiare a Innsbruck, in Austria, e dei suoi compagni di università era l’unico che non tornava mai”.

“Tutto il clamore mediatico mi ha dato un gran fastidio, quel giorno ho avuto un blackout – continua Neumair nell’intervista rilasciata ad Adnkornos – Sono stato risvegliato da mio padre in maniera energica, abbiamo avuto l’ennesima discussione. Mi diceva che non valevo niente, al contrario di mia sorella che invece è tutto quello che un genitore può desiderare. Io soffro di un disturbo del sonno, il risveglio aggressivo, che mi rende nervoso, ci sono stati episodi anche con Madé, quando era adolescente”. In quel momento, ha raccontato ancora Neumair, “non ci ho visto più, ho preso un cordino che avevo a portata di mano in un cestino e con quello l’ho strangolato. A quel punto mi sono assopito a terra, accanto al suo corpo. A svegliarmi il telefono, era mia madre che mi diceva che stava rientrando in casa, l’ho vista e con il cordino ancora in mano ho strangolato anche lei”.

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