Ore frenetiche per il destino di Simone Inzaghi. Il 45enne tecnico della Lazio è a un passo dal diventare il successore di Antonio Conte sulla panchina dell’Inter, dopo che – appena ieri sera – era stato dato per ufficiale il suo rinnovo fino al 2024. “Entro stasera ce la facciamo”, ha detto a un evento pubblico l’ad nerazzurro Beppe Marotta, pressato dall’esigenza di trovare una soluzione immediata per cercare di arginare la contestazione dei tifosi dopo l’addio dell’allenatore scudettato. Sfumata l’ipotesi Massimiliano Allegri – tornato alla Juventus – il club neo-campione d’Italia ha alzato l’offerta a Inzaghi portandola a cinque milioni di euro (quattro netti + uno di bonus) l’anno per due anni: il doppio di quanto offrivano i biancocelesti (2,5 milioni l’anno per tre anni, premi compresi). Nel pomeriggio il procuratore Tullio Tinti si è recato nella sede dell’Inter a Milano per definire i dettagli, mentre il suo assistito terminava con una fumata nera l’ultimo colloquio col patron laziale Claudio Lotito. Che al Messaggero assicurava: “A breve annunciamo il rinnovo”.

“Rispettiamo il ripensamento di un allenatore e, prima, di un giocatore che per lunghi anni ha legato il suo nome alla famiglia della Lazio e ai tanti successi biancocelesti”, scrive il club romano in una nota: la dirigenza si è trovata spiazzata nel giro di poche ore e adesso si fa largo, per sostituirlo, il nome dell’ex tecnico del Napoli Maurizio Sarri. Non è bastato l’incontro di ieri a Villa San Sebastiano – quartier generale di Lotito – e la cena tra i due e il direttore sportivo Igli Tare: Inzaghi, scrive La Gazzetta dello Sport, “non ha mai materialmente apposto la firma sul prolungamento di contratto. Anzi, oggi ha chiesto a Lotito altro tempo: il corteggiamento nerazzurro ha attecchito subito. In più, professa lo stesso 3-5-2 di Antonio Conte: una premessa importante per raccogliere l’eredità del tecnico campione di Italia”.

E proprio Conte ha voluto salutare il pubblico interista con un lungo post su Instagram. “Che percorso in questi due anni”, ha scritto. “Ogni giorno abbiamo fatto crescere in noi sempre più forza, determinazione, volontà e sacrificio, riuscendo a spezzare le logiche della mediocrità di cui spesso siamo circondati. No scuse, no alibi, ma solo lavoro, lavoro e lavoro, unito al rispetto ed all’educazione. Abbiamo riportato lo scudetto all’Inter dopo 11 anni, ma soprattutto riportato l’Inter nel posto dove merita di stare per storia e tradizione”, ha aggiunto, per poi ringraziare staff, presidente, dirigenti “e tutte quelle persone che ci hanno aiutato e supportato in questi anni”.

Articolo Precedente

Vincere e dirsi addio, che fatica tifare Inter. Dopo il Triplete è successo di nuovo: perché l’addio di Conte significa ridimensionamento

next