In queste ultime due settimane Italia Nostra ha dedicato la sua campagna di primavera ai musei, di cui oggi si celebra la Giornata Internazionale. La campagna è stata dedicata in particolare ai musei di territorio, alla cultura del genius loci e a ciò che può rappresentare per le comunità locali e l’identità culturale dei borghi e delle cittadine di provincia.

I musei locali sono una infrastruttura culturale complessiva che, per diffusione e consistenza patrimoniale, rappresenta un capitale sociale inestimabile per il Paese. Dopo un annus horribilis per i musei mondiali, con il 77% di visitatori in meno rispetto all’anno precedente (stime Giornale dell’Arte 1-4-2021) e la crisi dei grandi musei nazionali, sempre più dipendenti dai flussi turistici internazionali, l’associazione richiama l’attenzione delle istituzioni sul possibile futuro, nel nuovo paradigma post-pandemico, dei musei locali.

Non sempre nel passato queste realtà hanno ricevuto risorse sufficienti per assicurarne la corretta gestione, né sono state apprezzate, frequentate e riconosciute dagli stessi cittadini. Cosa succederà adesso, dopo questa lunga “traversata del deserto”, questi mesi di chiusure forzate?

Va ricordato che, nonostante le difficoltà, le attività museali in questi luoghi non si sono mai fermate, grazie anche alla dedizione e passione di tanti lavoratori della cultura. Manutenzione, restauro e catalogazione di reperti e opere d’arte sono continuate e sono stati avviati progetti di digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio che daranno risultati nel futuro.

Secondo l’ultimo aggiornamento Istat, prima della pandemia in Italia si contavano 4.880 strutture espositive permanenti aperte al pubblico (1,6 ogni 100 chilometri quadrati tra musei e gallerie, aree e parchi archeologici, monumenti e complessi monumentali) ma, come è noto, la metà del flusso dei visitatori si concentrava nell’1% delle strutture. Allo stesso tempo, la spesa corrente dei Comuni per la gestione di beni e attività culturali si è ridotta di oltre il 10% dal 2010, a fronte di una crescita dell’8,5% della spesa corrente complessiva. Nel bilancio delle Amministrazioni comunali, il budget della cultura è sceso dal 3,4% al 2,8% della spesa corrente tra il 2010 e il 2013 e si mantiene stabile da allora. Un dato preoccupante per tutti i musei locali che dipendono dai fondi messi a disposizione dai Comuni.

Sono elementi che contrastano con l’ampliamento dei compiti tradizionali dei musei, passati da luoghi fisici delle raccolte a fulcro di idee, conoscenza, valori e capacità educativa. Italia Nostra è convinta che la missione di un “museo locale” debba basarsi sul rapporto stretto tra la cultura del luogo, la consapevolezza che di questa ha la collettività che l’ha generata nel corso del tempo e la sua elaborazione museale, anche alla luce della Convenzione Europea di Faro. Essi devono servire per progettare il cambiamento del nostro modello economico su tempi lunghi (nessuna altra istituzione meglio dei musei); per restituire fiducia ai futuri cittadini; per proteggere i diritti delle generazioni future; per imparare a consumare senza distruggere.

“I musei dovranno fare i conti con la riduzione del turismo internazionale – sostiene la presidente nazionale di Italia Nostra, Ebe Giacometti – e quindi dovranno puntare sulla fruizione di prossimità, intensificando i servizi culturali che già forniscono ai cittadini italiani residenti nelle immediate vicinanze. Inevitabilmente il museo dovrà aprirsi e diventare il salotto di casa, dove andare a fare due passi, da soli o in compagnia ma ripetutamente e lentamente, senza la ressa dei grandi eventi espositivi. Forse, chissà, impareremo a conoscere bene i tesori che conservano le strutture museali che abbiamo dietro casa”.

Per questo Italia Nostra e ICOM hanno firmato un protocollo d’intesa volto a migliorare la consapevolezza del rapporto cittadino-patrimonio, ad incentivare la partecipazione dei cittadini alla formazione dei saperi museali e ad ampliare il concetto di un museo inteso come porta d’ingresso di una città, di una cittadina, di un borgo, l’inizio di un racconto che lì comincia e continua fuori, nei territori circostanti.

La campagna “Settimane del Patrimonio Culturale di Italia Nostra” ha preso lo spunto da questa intesa per fare svariate azioni di sostegno e divulgazione in 44 musei locali sparsi per il Paese. Per quanto riguarda l’Emilia Romagna, grazie alla collaborazione tra la Sezione di Bologna e la Direzione Regionale Musei Emilia Romagna del Mic, sono state realizzate interviste al direttore, l’Architetto Giorgio Cozzolino, e alla direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Maria Luisa Pacelli, per illustrare i punti di forza e di debolezza dei musei territoriali che sono visibili sul canale You Tube di Italia Nostra.
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Per ulteriori dettagli: www.italianostra.org/le-nostre-campagne/settimane-del-patrimonio-culturale-2021/

In copertina: Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna – MET, Santarcangelo di Romagna RN, Museo etnoantropologico

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