La Polizia di Palermo ha eseguito una misura cautelare nei confronti di 30 persone accusate di far parte di un’organizzazione criminale che smerciava cocaina. Undici sono state arrestate, 15 sono finite ai domiciliari e a 4 è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini hanno accertato un’attività di spaccio che partendo da Partinico si estendeva ad altri comuni della provincia palermitana come Balestrate, Trappeto, Camporeale, San Cipirello, nonché del trapanese come Alcamo, Castellammare del Golfo, Santa Ninfa, Gibellina, Mazara del Vallo. Nelle telefonate intercettate dagli agenti, due spacciatori parlano tra loro di un cliente che voleva la droga senza pagare, per questo motivo picchiano lui ed un suo amico, prima a casa dell’assuntore e poi al bar Montreal. Nella telefonata che riguarda soldi e dosi parlano invece due fidanzati, lui andrà in carcere e lei, che si dedicava sia al confezionamento che alla contabilità, ai domiciliari. L’organizzazione gestiva grossi traffici di droga con un rilevante giro d’affari per la numerosissima clientela che nel tempo era stata fidelizzata. Gli uomini che gestivano le basi di spaccio facevano ricorso, appunto, anche alla violenza per il recupero dei crediti.

A far scattare l’operazione è stata la denuncia di una madre coraggio. La donna, nel tentativo di salvare il figlio tossicodipendente, si è rivolta agli investigatori del commissariato di Partinico facendo emergere, quello che viene definito come un “allarmante spaccato di professionalità delinquenziale nel settore dello spaccio di cocaina”. Le indagini, andate avanti dal gennaio a dicembre del 2019, hanno permesso di ricostruire 270 cessioni di droga, intercettando 31 utenze per un totale di quasi 180mila telefonate ascoltate.

Uno dei particolari dell’impresa ha rivelato che uno degli spacciatori utilizzava anche la nipote di nove anni per contare il denaro, guadagnato con la vendita della cocaina. Le microspie piazzate all’interno dell’auto dell’uomo lo hanno registrato mentre invitava la bambina a contare e nascondere i soldi temendo una perquisizione. “Conta i soldi, guarda quanti sono”, diceva alla nipotina. Gli agenti del commissariato di Partinico, che ascoltavano in diretta le conversazioni dell’indagato, sentivano il fruscio delle banconote mentre la bambina contava. “Ora mettili in tasca”, diceva ancora il nonno che è stato arrestato nel corso dell’operazione.

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