Recovery Plan, soldi europei, transizione ecologica. I soliti noti! (Governo e poteri, classi dirigenti) parlano e noi… senza il becco di un quattrino ma con il vento in poppa dell’energia e dell’entusiasmo della scoperta e della “verità rivoluzionaria” agiamo contro l’inciviltà dello spreco e dell’usa e getta. Sabato 15 maggio dalla mattina in poi presso il Parco Scientifico di Capannori (LU) nel segno della “scienza dei cittadini” si svolgerà la presentazione di oltre 50 prodotti classificati quali “prodotti rifiuti zero” in quanto una volta consumati o possono essere riusati e/o rigenerati, facilmente in materie prime, oppure in sostanza organica attraverso il compostaggio in famiglia. Questa è purtroppo l’Italia: un’Italia dal basso virtuosa e creativa, solidale e saggia mentre l’Italia – vista dall’alto dei poteri – è tronfia, priva di trasparenza, immersa nel fango del conflitto d’interesse.

Il governo Draghi, con la sua maggioranza “oroscopo” (il tutto contrario di tutto, come nel ’77) dove attraverso il Recovery Plan scompare l’economia circolare per essere rimpiazzata dal regalo ad Eni e Snam attraverso la “produzione di idrogeno” anche dai rifiuti (con un ministro all’Ambiente amato da Grillo che caldeggia la combustione dei rifiuti).

Ma noi non ci arrendiamo ed anzi, sappiamo che vinceremo in virtù di una miriade di battaglie vinte contro l’usa e getta, incenerimento (pirogassificazioni varie e waste to methano o to hidrogen) grazie ad oltre 320 comuni che equivalgono a oltre 7 milioni di abitanti che stanno percorrendo il sentiero Rifiuti Zero. Si può fare! E si deve fare a dispetto di interessi opachi, marchiati spesso dalla criminalità organizzata come recentemente avvenuto in Toscana dove il modello di gestione dei rifiuti speciali ha prodotto l’ingresso della ‘ndrangheta nello smaltimento dei rifiuti conciari. Non è certo un caso che questa infiltrazione e contaminazione tra “industria sporca” e malavita sia avvenuta proprio in Toscana, una delle Regioni più fanaticamente impegnate (subendo un insuccesso senza precedenti) a promuovere l’incenerimento dei rifiuti e la benevolenza verso l’industria sporca.

Come è avvenuto per le mascherine dove siamo stati noi a porci l’onere di progettare e produrre (insieme alla cooperativa sociale Eta Beta di Bologna) mascherine certificate dall’Università di Bologna. Ci siamo pure dovuti caricare di selezionare i prodotti alternativi alla “doppia sporca dozzina” individuati con rigore scientifico dal Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori censendo appunto 24 prodotti non riciclabili e non compostabili. Ma Zero Waste non si accontenta nel dire no: il suo scopo è indicare alternative. Ed ecco la vetrina degli oltre 50 prodotti Rifiuti Zero messi in campo da 16 aziende, alcune piccole, alcune medie e grandi, alcune manifatturiere ed alcune commerciali. Ecco, allora oltre alle mascherine sicure e lavabili, le alternative al polisterolo e alla plastica di “Qwarzo” (per vaschette e contenitori di pesce oltre che per produrre cellulosa trasparente riciclabile con la carta).

Ecco, la multinazionale inglese “Bambino Mio” che produce pannolini lavabili oppure la francese “Fertilpot” che produce vasi per il florovivaismo interamente in fibre di legno oltre che l’acchiappa mozziconi brevettato da un “muratore albanese” nostro collaboratore. E poi i pallet in plastica seconda vita dallo scarto di pulper delle cartiere (Repulp-Selene) e i manufatti autocompostabili “Naturanda”. Per non finire con le mini piante come gioco per la circolarità insegnata ai bambini di un’azienda visionaria di giovani lucchesi-capannoresi.

Peccato che le istituzioni (a parte i sindaci locali) siano state assenti in questa ricerca affaccendate nel “concedersi” ai poteri di sempre alla faccia del “Green new deal” e della “economia circolare”. Ma questo potere tecnocratico-draconiano e chiunque lo sostenga per miopi calcoli politici come i 5 Stelle è al capolinea. Questa è l’era del passaggio dai rifiuti alle risorse (anche per l’intera economia europea) e quindi della “scienza dei cittadini” e della rivoluzione ecologica.

Chi vuole anticipare il necessario futuro non può scegliere: deve venire con la rivoluzione Rifiuti Zero.

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