Cento associazioni insieme per dire basta agli incendi. Si è tenuto ieri pomeriggio alle 18:00 il flash mob “Faciemu Scrusciu”, incontro tra 100 associazioni ambientaliste siciliane unite contro gli incendi. L’iniziativa è nata per protestare contro il ripetersi puntuale dei roghi che in soli 5 anni hanno mandato a fuoco quasi 112.000 ettari di bosco, quasi metà della superficie della provincia di Trapani. Una devastazione senza precedenti che accelera il processo di desertificazione già in atto nell’isola ed aggrava gli effetti del cambiamento climatico generale.

L’incontro si è sviluppato a distanza, ciascuna delle associazioni partecipanti era connessa dal proprio territorio, ma tutti insieme erano uniti nella richiesta di interventi immediati per trovare una soluzione concreta al problema degli incendi, superando l’ottica dell’emergenza e programmando una seria politica di contrasto di medio e lungo periodo.

“Mi sento orgoglioso di aver dato il via a tutto questo – afferma Peppe Carnemolla, da cui tutto è partito – ma il vero merito, il successo e la poderosa velocità con la quale si è intersecata una rete di intenti regionale è data dal problema sempre più crescente e criminale. E soprattutto dalla voglia di cimentarsi, tutti insieme, nel sentiero che porta alla risoluzione della problematica. Senza le istituzioni a supporto, la chiave di volta non potrà che essere quella dei movimenti di volontariato locale. Ci siamo ritrovati in tanti e ci siamo riscoperti forti e coraggiosi, per la nostra terra!”.

Il flash mob in realtà è solo l’ultimo anello di un’azione cominciata 4 anni fa con la Marcia contro gli incendi allo Zingaro e la nascita del Coordinamento Salviamo i Boschi, che ha messo insieme diverse realtà organizzate per fare pressione su istituzioni, magistratura, media e società civile. Le iniziative messe in campo sono delle più varie, tra cui una lettera aperta al Presidente Musumeci con 20 proposte operative e una raccolta di firme su Change.org, sottoscritta da più di 43.000 cittadini e cittadine, per chiedere una riforma generale del settore forestale e l’istituzione di una specifica commissione d’inchiesta.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

‘Antropocene’, un film che si può tranquillamente evitare

next
Articolo Successivo

Politica agricola comune (Pac), maggio mese decisivo ma ancora troppe le questioni sul tavolo: eco-schemi, tetto ai fondi per le grandi aziende, nodo allevamenti e poca biodiversità

next