Sul fronte del Covid, in Friuli Venezia Giulia il problema non sembra più essere quello di avere un numero di vaccini adeguato, ma di convincere i cittadini a farsi inoculare. Basta guardare le cifre quotidiane fornite dal commissario straordinario e dal ministero della Salute per verificare che la Regione non è ai vertici delle statistiche per vaccini somministrati (440.137) sul totale della fornitura (529.515), pari a un 83,1 per cento, che è nettamente inferiore alla media nazionale dell’85,6 per cento, addirittura 5,4% in meno del vicino Veneto. Sono in particolare alcune fasce d’età a destare preoccupazione. I primi numeri li ha dati sabato scorso il governatore Massimiliano Fedriga: non ha aderito il 40% della fascia 60-69 anni e quasi il 25% di quella tra 70 e 79. Non sta andando meglio con i più giovani: al momento risultano un quinto delle prenotazioni previste.

Lo ha ricordato anche il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, che ha inaugurato un nuovo centro, in una palestra comunale ad Aurisina. “Stiamo moltiplicando i centri di vaccinazione sul territorio in base a un modello che consente di massimizzare la capacità di vaccinazione, garantendo così che ogni punto di somministrazione effettui almeno qualche centinaio di inoculazioni al giorno”. Si cerca di aumentare i punti dell’offerta, per favorire gli accessi della popolazione. Riccardi ha spiegato: “In questo momento il problema della disponibilità di dosi è secondario, mentre l’auspicio è che i cittadini comprendano l’importanza della vaccinazione e aderiscano all’appello lanciato dalle istituzioni. Per ottenere questo risultato la Regione, il servizio sanitario, gli enti locali e tanti volontari si stanno impegnando per rendere la vaccinazione più semplice possibile per tutti i cittadini”.

Ci sono i dati a dimostrarlo. “Purtroppo l’adesione alla campagna nella fascia d’età tra 60 e 69 anni è stata inferiore alle aspettative di circa il 10 per cento, rispetto a quella tra 70 e 79 anni”. Anche nella ‘categoria 4’, ovvero gli ‘under 60’ con fragilità minori, “su una platea di 77mila persone hanno prenotato meno di 15mila persone, nonostante in quest’ultimo caso venga somministrato il vaccino Pfizer“. Si registra una certa preoccupazione. Infatti, Riccardi ha concluso: “Bisogna superare rapidamente questa situazione, ma se non ci sarà un’inversione di tendenza nell’andamento delle prenotazioni valuteremo l’ipotesi di estendere la campagna vaccinale anche ad altre fasce d’età. La disponibilità di dosi e la capacità di somministrazione del Servizio sanitario ci consentono infatti di ipotizzare un’ulteriore apertura delle agende, per valutare quale sarà la risposta da parte dei cittadini che al momento non hanno ancora potuto vaccinarsi”.

Forse è anche un effetto del miglioramento della situazione o del fatto che le fasce più giovani si sentano meno minacciate dal Covid. Il vicepresidente della Regione ha però avvertito: “La pandemia è tutt’altro che passata nonostante gli indicatori siano migliori rispetto alle scorse settimane. Per evitare che nuovi focolai possano accendersi la popolazione deve continuare a rispettare il distanziamento e usare i dispositivi di protezione, ma soprattutto è necessario vaccinarsi”. Nei frigoriferi ci sono quindi circa 100mila dosi che attendono di essere distribuite. Un primo appello lo aveva lanciato qualche giorno fa anche il governatore Massimiliano Fedriga. Dalla Regione è partita una richiesta diretta al Commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Figliuolo, per l’apertura alla fascia dei cinquantenni.

Anche per questo si punta sul coinvolgimento dei medici di base. In Regione, su un totale di 775 medici di medicina generale presenti sul territorio, quelli attivi sono 299, pari al 39%, e gli aderenti 566 (pari al 72 per cento). Per attivi si intende coloro che sono già stata impegnati come vaccinatori o a supporto di altri operatori sanitari nella somministrazione. Gli aderenti sono i medici intenzionati a dare la loro disponibilità o già disponibili, ma non ancora utilizzati. Il coinvolgimento dei medici di base ha portato a creare uno spazio apposito per loro alla Fiera di Udine, diverso dal centro di vaccinazione di massa. La richiesta di disponibilità da un giorno all’altro ha creato qualche malumore tra i sanitari territoriali, che avrebbero voluto maggior tempo per programmare le attività, considerando gli impegni di assistenza ordinaria dei pazienti.

Intanto in consiglio regionale l’opposizione al centrodestra è tornata alla carica chiedendo l’istituzione di una Commissione speciale sulla gestione sanitaria dell’emergenza Covid. I punti dolenti? Reparti di rianimazione pieni, ospedali in sofferenza, difficoltà operative denunciate dai professionisti della sanità e riduzione di altre prestazioni sono i temi sollevati dal capogruppo del Pd, Diego Moretti e dal consigliere del M5s, Andrea Ussai. “Non è un’iniziativa strumentale o ideologica – hanno detto – è l’esercizio del nostro ruolo di consiglieri. Vogliamo capirne di più e saperne di più, la maggioranza da questo punto di vista è mancata in maniera forte”.

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