Vaccinare gli ultimi, i più fragili, i senza fissa dimora, con l’aiuto dei centri sociali. Succede a Palermo dove lo scorso 26 aprila da Ballarò è già partita la campagna nei quartieri più popolari per proteggere anche “gli ultimi” dal coronavirus. Il prossimo 5 maggio il centro sociale Anomalia diventerà un vero e proprio centro vaccinale: “Mercoledì partiremo con 50 vaccini nella fascia dai 60 ai 79”, spiega Giorgio Martinico, coordinatore dell’ambulatorio attivo nel centro sociale già da 4 anni, in via Archimede, a Borgo Vecchio, un quartiere popolare nel pieno centro del capoluogo siciliano: “Già molto prima della pandemia ci siamo posti il problema della medicina territoriale e sociale”, spiega ancora Martinico.

Così il vaccino Johnson&Johnson verrà somministrato grazie a una squadra di 8 medici e 6 infermieri, più 15 volontari. Questi ultimi svolgeranno la parte burocratica, poi si passerà ad una visita per attestare lo stato di salute generale del paziente, infine gli infermieri provvederanno alla somministrazione: “Abbiamo pensato al Johnson&Johnson perché crediamo che un vaccino monodose sia più adatto alle categorie fragili ai quali così forniamo una copertura immediata dal virus”.

Si parte con Borgo Vecchio, ma già altri centri si sono attivati per raggiungere le fasce sociali più fragili in altri quartieri: “Dove spesso si attivano cluster. Sono quartieri in cui la dimora è già un disagio quando c’è, ma spesso a casa non ci possono stare perché non ce l’hanno: è urgente raggiungere queste persone”, sottolinea Martinico. Un progetto sottoposto all’amministrazione comunale già da qualche mese e subito sposato dall’assessore alle politiche sociali, Giuseppe Mattina e a seguire da altri enti. Così Palermo sta diventando un esempio di copertura vaccinale nelle fasce sociali più deboli. La scorsa settimana, infatti, è partita la campagna di vaccinazione per i senza fissa dimora, “Accanto agli ultimi“, lanciata dal governo regionale, in collaborazione con Comune capoluogo, la Fondazione Sicilia e la Croce rossa italiana: “Parliamo di persone esposte al contagio e, loro malgrado, potenziale veicolo di trasmissione del virus. Persone che spesso non riescono a raggiungere i centri vaccinali”, ha spiegato Renato Costa, commissario all’emergenza Covid nella Città metropolitana di Palermo.

Il 26 aprile scorso sono stati vaccinati, dunque, i primi homeless alla Domus Carmelitana, un centro di accoglienza per senza fissa dimora. Mentre la campagna vaccinale per i più fragili adesso si sposterà da Ballarò a Borgo Vecchio: “Appena sarà possibile, adegueremo la vaccinazione anche per le altre fasce d’età, al momento restiamo vincolati alle disposizioni governative”. Intanto l’esempio di Borgo Vecchio si estende: “Siamo molto soddisfatti per l’avvio di questo progetto di medicina territoriale – continua Martinico – E siamo anche orgogliosi di avere ispirato tanti a seguire il nostro esempio. In questi mesi non abbiamo lesinato critiche alla gestione politica della pandemia e della campagna vaccinale; ma, in questa fase, riteniamo fondamentale metterci a disposizione del nostro quartiere e della città per accelerare la vaccinazione di massa. Abbiamo voluto accendere, in questi mesi, i riflettori sulle fragilità sociali e sui quartieri popolari, categorie e luoghi troppo spesso dimenticati dalle istituzioni”.

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